Tre punte in campo dal 1', ma a far gol è Perrotta

Quarto lunch match stagionale per la Roma, che cerca di riscattare le vacche magre dei tre precedenti (due pareggi e una sconfitta tutti in campo esterno). All'Olimpico col Chievo, Montella ripropone com'è ormai consuetudine l'unico sistema di gioco che ben si adatta ai suoi calciatori, il 4-2-3-1. Però in versione molto offensiva con Totti, Menez e Vucinic contemporaneamente in campo. Un po' per provare ad avere la meglio sulla difesa ospite con talento, imprevedibilità e fantasia, un po' con l'intenzione di dare una scossa al giovane francese sull'orlo di una crisi di nervi. Una scelta rischiosa, certo.
Sebbene i fatti diano ragione all'ex Aeroplanino perché nei primi 5' i giallorossi vanno in gol due volte: il primo viene annullato al Capitano in posizione di offside, il secondo (regolare) lo sigla l'ex di turno Perrotta. La disposizione della squadra in campo è più ordinata e lineare rispetto alle sfide con Palermo e Inter, senz'altro agevolata - è bene sottolineare - dai ritmi di gioco piuttosto bassi. Al rientro in campo dopo il riposo nessun cambio e avanti con lo stesso assetto tattico della frazione d'apertura. Nell'ultimo quarto d'ora prima Perrotta e poi Menez lasciano rispettivamente il posto a Brighi e Taddei, che vanno a prendere la stessa posizione in campo dei due calciatori usciti. Nel finale Loria rileva Juan, giusto in tempo per mettere in pericolo la difesa romanista.
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