Julio Baptista: "Si sono raccontate tante bugie su di me. Alla Roma sono state stagioni importanti"

Julio Baptista: "Si sono raccontate tante bugie su di me. Alla Roma sono state stagioni importanti"Vocegiallorossa.it
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di Valerio Conti

Julio Baptista si è raccontato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, ripercorrendo la sua esperienza alla Roma, dagli inizi segnati dalla morte del presidente Franco Sensi, al rapporto speciale con Totti e Spalletti, fino ai momenti di gloria come il gol nel derby e la celebre rovesciata contro il Torino. L’ex centrocampista ha parlato anche delle difficoltà vissute con Ranieri, delle critiche ricevute dai tifosi e dei telecronisti, riflettendo complessivamente su annate importanti e sull’eredità lasciata nella città e nel club.

Julio, partiamo dalla sua avventura italiana. A pochi giorni dal suo arrivo morì il presidente della Roma Franco Sensi. Che ricordi ha?
"Mi trovai a portare la sua bara sulle spalle. Totti mi spiegò che Sensi era la Roma. E piangeva. Lui, come tanti altri. Era una forma d’amore che raramente avevo visto in una tifoseria, mi impressionò".

Il primo anno le cose sono andate bene. Un bel feeling con Spalletti, il gol al derby, la rovesciata con il Torino. 
"Ne ho fatte tante di grandi giocate eh! Scherzi a parte sì, è stata una buona stagione. Per Spalletti sarei andato in guerra, mi aveva messo al centro del suo gioco. Gli devo tanto".

Un flash sul derby? Era il suo primo, subito in gol sotto la Sud. 
"Fu pazzesco. Cross di Totti, incornata mia e gol. Vincemmo così. Ricordo la gente in delirio. A Roma sono pazzi... in senso buono. Ma la rete nel derby per me vale quella segnata al Camp Nou contro il Barcellona. Anche lì, fui decisivo".

La sua esperienza a Roma, però, si chiuse tra difficoltà e critiche. Come andò? 
"Mi sono sentito un po’ tradito, a dir la verità. Stavo bene, andavo in nazionale ed ero il migliore in campo. A Roma, invece, non giocavo. Ranieri non mi vedeva molto. E non mi ha mai preso da parte per darmi una spiegazione, mai un chiarimento. Peccato. Andai via perché avevo bisogno di nuovi stimoli".

Se si cerca il suo nome su YouTube, si vede come venga associato a telecronache cult dei suoi errori in giallorosso. Quel 'Julio vattene via' è diventato famoso tra i tifosi. L’ha mai visto? 
"No e non me ne frega niente. Ho letto e sentito tante cazzate su di me. Ero in un periodo di difficoltà, dove non avevo fiducia e non riuscivo a essere il giocatore di sempre. Capisco il voler diventare ‘famosi’, ma ci vuole un po’ di rispetto. Molta gente, soprattutto in Italia, si permette di parlare senza sapere".

Nel complesso, come giudica la sua esperienza in giallorosso? 
"Se la guardo a 360 gradi dico che sono state annate importanti, certo mi spiace non aver vinto lo scudetto e aver chiuso così. Sembra che alcune persone si ricordino più degli errori che dei gol in rovesciata. Le sembra giusto? Forse andrebbe detto a qualcuno di fare meglio il suo lavoro e di veicolare meglio le informazioni...".