Faccini: "Bradley alla Roma fu un'idea di Zeman, Sabatini e Baldini"
Nella MLS potrebbe presto sbarcare Lorenzo Insigne, al Toronto. Questo campionato e anche questa squadra è ben conosciuta da Alberto Faccini, agente esperto che negli anni scorsi ha curato il trasferimento del... primo americano a Roma, Michael Bradley, che adesso gioca proprio nel Toronto, allenato da Bradley sr. Per analizzare il campionato americano si parte proprio da Bradley, anche per un ricordo del recente passato. "Dopo che Michael ha lasciato la Roma, ha avuto la possibilità negli anni scorsi di tornare a giocare in Italia - dice Faccini a tuttomercatoweb.com - considerato che era molto stimato al Torino da Mihajlovic e Petrachi e se ne era parlato anche al Bologna visto che Sabatini lo conosce molto bene. È un giocatore che ha lasciato un'impronta importante: fu un'idea di Zeman, Sabatini e Baldini portarlo dal Chievo alla Roma. Poi, dopo aver giocato con i giallorossi, la scelta è stata quella di restare al Toronto diventando il giocatore più rappresentativo, il capitano e un punto di riferimento per la crescita del movimento calcistico americano. Ora, ampliando il discorso, va detto che la politica dell'MLS è diversa rispetto al passato. Si punta a cercare giovani talenti e si guarda molto in Sudamerica: c'è l'idea di riposizionare il calcio americano a certi livelli. Nel frattempo vanno menzionati, a proposito di giovani interessanti, Busio del Venezia e anche Reyna del Borussia Dortmund".
Veniamo a Insigne.
"Insigne è un'idea sulla falsariga di Giovinco che arrivò al Toronto a a parametro zero ed è diventato il giocatore più importante in quel periodo. L'idea Insigne va in questa direzione anche perché il campionato della squadra è stato molto deludente e la proprietà, che è di alto profilo, vorrebbe portare il Toronto ai fasti di qualche anno fa. Ha scelto come allenatore il padre di Bradley, considerato uno dei migliori se non il migliore in America. Per il suo 4-3-3 vuole giocatori motivati e giovani di valore che credono nel lavoro. Il campionato americano insomma è tosto, si basa sulla fisicità anche sull'intensità poi è chiaro che ci sono pure alcune lacune a livello qualitativo da parte di determinati giocatori. Però il torneo è in crescita e non va visto come un approdo per un giocatore che cerca solo soldi. In America peraltro adesso hanno anche determinate strategie in vista dei Mondiali negli Stati Uniti e in Messico. Cercano qualcosa di significativo e Insigne è un elemento che attira l'interesse e la gente negli stadi".