Casarin: "Bisogna passare alla tecnologia in campo. Nicchi ha difeso l'indifendibile"

14.10.2014 11:50 di Claudio Lollobrigida Twitter:    vedi letture
Fonte: Rete Sport
Casarin: "Bisogna passare alla tecnologia in campo. Nicchi ha difeso l'indifendibile"
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© foto di Federico De Luca

Paolo Casarin, ex arbitro che ha ricoperto anche il ruolo di designatore, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Rete Sport. Ecco le sue parole.

Avrà visto cosa si è scatenato in questi giorni dopo alcune direzioni arbitrali...
"Il mio punto di vista è che la tradizione non conta nulla come in altri sport, la velocità del gioco nel tennis o nella pallavolo o anche calcio non può essere più controllata dagli uomini perché superiore alle loro possibilità. Bisogna passare ad una sperimentazione tecnologica per togliere all'arbitro un compito gravoso, in certe occasioni se è fortunato azzecca la decisione, sennò sbaglia. Alle sue competenze si possono lasciare le altre cose tipo spinte, entità dei falli eccetera. La posizione della palla sui gol fantasma o sulle punizioni non può passare che alla tecnologia".

Cosa pensa della difesa di Nicchi verso l'arbitro Rocchi?
"Ero in trasmissione con Nicchi, la difesa d'ufficio ci può stare magari nel dopo partita, a caldo. Ma di fronte ai replay, a mente fredda, bisogna essere razionali e non difendere l'indifendibile".

La proposta degli arbitri stranieri?
"Se gli arbitri stranieri sono come quelli di Italia Malta sono criticabili. Se venisse gente del livello di Webb è un discorso, ma una cernita oggi non sarebbe così negativa per l'Italia. Il fatto che non crescano arbitri dipende dal fatto che devono applicare regole burocratiche scritte e applicate da incompetenti. Le regole sono 17, ma quelle importanti due: falli e fuorigioco, e questo aspetto deve essere in mano a persone che facciano una regola giudicabile dagli uomini, oppure non è una regola applicabile".

Ai suoi tempi avrebbe preferito più assistenti o più tecnologia?
"Ai miei tempi c'era un altro calcio, anche i guardalinee non erano preparati e non c'era la tecnologia. Il calcio è cambiato, bisogna stare al passo, anche gli arbitri di porta sono nati per i gol inizialmente. La formazione degli staff che dirigono una partita deve essere omogenea, non possiamo mettere Rizzoli con arbitri magari di serie B".