Buffon: "Incontrerò Mandela per parlare di pace"
Gigi Buffon annoda la pistola, e dice stop alla violenza. Lo fa prestando volto e fantasia al progetto 'Knot-Violence' con una personalizzazione della celebre scultura dell'arma bloccata, per mettere ko il degrado della vita di milioni di giovani in tutto il mondo. E facendosi ambasciatore di pace al fianco di Nelson Mandela, l'uomo simbolo della riconciliazione. La data dell'incontro con 'Madiba', il padre del moderno Sudafrica, è ancora da fissare. La Nelson Mandela Foundation ha già dato il suo assenso alla breve visita del portiere campione del Mondo a Johannesburg, ora bisognerà solo trovare la data giusta per una stretta di mano simbolo. E sarà un appuntamento tra icone, seppur a diversi livelli. «Sono un calciatore famoso nel mondo, voglio essere sfruttato per questa causa», ha spiegato Buffon. «Mandela è un personaggio enorme: ha cambiato la storia del suo paese e di tutta l'Africa. Sogni da campione ne ho raggiunti, ma raggiungere quest'altro sogno è un premio alla persona, prima che all'atleta». Il numero uno azzurro ha prestato la sua fantasia per un'iniziativa dell'associazione 'Get the Point': personalizzare la scultura simbolo della campagna 'Knot-Violence', una pistola dalla canna annodata creata dallo svedese Carl Frederik Reutersward dopo l'assassinio di John Lennon e poi diventata icona mondiale (tra i diversi luoghi del pianeta, è esposta anche alle Nazioni Unite di New York) e simbolo della fondazione per la non violenza tra i giovani. Una giuria di personalità della cultura e dell'arte ha scelto la miglior personalizzazione tra i cinque finalisti- campioni: il tedesco Michael Ballack, il sudafricano Aaron Mokoena, l'honduregno Roberto Palacios, l'inglese David Jones, e, appunto, Buffon.
Ha vinto la sua arma dipinta di tricolore, un pallone al posto del grilletto, le quattro stelle dei Mondiali conquistati dall'Italia («ma dopo il Sudafrica dovrò aggiungere la quinta», ha scherzato il portiere azzurro). La scultura di Buffon sarà esposta a Città del Capo e Johannesburg, nei luoghi dove tra i giovani delle periferie più degradate partirà un programma di istruzione per 60 mila ragazzi, illustrato per la fondazione da Luca Scolari. Buffon ha anche parlato delle gravi violenze avvenute ieri al largo di Israele, tra una flottiglia di organizzazioni umanitarie e l'esercito israeliano: «Sono immagini che fanno pensare. In questi casi non si può parlare di chi dei due contendenti abbia ragione o torto. Io dico che si può e si deve difendere una causa giusta ma non imbracciando un fucile. Imbracciate le parole». «Anche per questo - ha concluso Buffon - dobbiamo smuovere le coscienze contro l'apatia. Da lì nasce, spesso, la violenza giovanile».