ALLA SCOPERTA DI MOURINHO - Un'ossessione chiamata vittoria
"Fin da piccolo quando giocavo 2vs2 con i miei amici, non giocavo per divertirmi, ma per vincere contro di loro. Il calcio è cercare di vincere per me". José Mourinho sarà il prossimo allenatore della Roma e Vocegiallorossa.it ha deciso di approfondire il lavoro del tecnico portoghese a 360° per far capire ai tifosi giallorossi, in attesa di seguirlo quotidianamente nelle sue gesta romanista, cosa aspettarsi dallo Special One.
2 campionati portoghesi, 1 Coppa e 1 Supercoppa del Portogallo. 3 Premier League, 4 Coppe di Lega, 1 FA Cup e 2 Community Shield. 2 scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana. 1 Liga, 1 Coppa del Re, 1 Supercoppa di Spagna. 1 Coppa UEFA, 1 Europa League, 2 Champions League. Sono ben 25 i trofei vinti da José Mourinho nella sua carriera di allenatore. La dimostrazione di come ogni suo pensiero è sempre rivolto alla vittoria di un titolo, che sia un campionato o una coppa, l'importante è vincere. Lo Special One da questo punto di vista è abbastanza cinico: "Non si tratta di allenare o giocare a calcio, si stratta di vincere. Se non vinci, la carriera è come se fosse vuota". Vincere aiuta a vincere si suol dire, ma per un vincente diventa sempre più complicato ripetersi, soprattutto se ti chiami José Mourinho. Sono sempre alte (e lo saranno anche a Roma) le aspettative di tifosi e dirigenti, quando si assume un allenatore del suo calibro. Vincere trofei in quasi tutte le squadra che ha allenato (niente nell'ultima esperienza col Tottenham) lo pone a un livello tale da non poter fallire. Una pressione che piace allo stesso tecnico, che lo rende "vivo".
"Ci sono momenti nella carriera che non dimentico. Nel bene e nel male. Quando ho l'opportunità di affrontare i fantasmi della mia carriera sono felice di farlo. Dovete essere felici di giocare la partita".
Ovviamente nel calcio non c'è solo la vittoria, ma anche le sconfitte. Saper perdere, spesso aiuta a poter vincere, e gestire il team, nell'aspetto mentale, quando i risultati non arrivano, è altrettanto fondamentale. In questi frangenti, Mourinho è solito a invocare la calma nei propri giocatori. Non bisogna abbattersi, bisogna sempre credere di poter riuscire a vincere, portando il match a un diverso piano emotivo (l'aspetto mentale sempre in prima linea), cercando di non perdere la propria autostima.
"Dove combattere, marcare, usare il corpo, mettere competività, spirito di iniziativa. Se perdete la palla, non lasciatevi condizionare, ma reagite in maniera positiva. Potete perdere le partite, ma non avere rimpianti".
L'obiettivo è la trasformazione da normal team a special team. Per farlo, per Mourinho occorre trasformare la mentalità dei calciatori, cercando di renderli emotivamente bilanciati, fino ad arrivare a una mentalità di un gruppo unito. Chissà se riuscirà a vincere anche questa battaglia: portare la mentalità vincente nell'ambiente romano, giudicato spesso, come uno degli ostacoli maggiori per inculcare l'ossessione e l'abitudine alla vittoria.