ALLA SCOPERTA DI MOURINHO - Il rapporto coi calciatori

30.05.2021 21:45 di  Luca d'Alessandro  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Luca d'Alessandro
ALLA SCOPERTA DI MOURINHO - Il rapporto coi calciatori
© foto di Alvaro Hernandez

"Vi chiedo solo di fidarmi di me. Il giorno in cui non mi fiderò più di un calciatore non ve ne accorgerete, lo saprete da me". José Mourinho sarà il prossimo allenatore della Roma e Vocegiallorossa.it ha deciso di approfondire il lavoro del tecnico portoghese a 360° per far capire ai tifosi giallorossi, in attesa di seguirlo quotidianamente nelle sue gesta romanista, cosa aspettarsi dallo Special One. 

È senza mezze misure Mourinho con i suoi calciatori. Un rapporto che l'allenatore definisce "schietto, senza filtro nei feedback", com'è il suo modo di essere. Ovviamente anche in questo caso il giudizio dei calciatori varia a seconda della propria esperienza. Dai giocatori dell'Inter del triplete che dichiaravano di esser pronti a tutto per il tecnico, ai calciatori che hanno chiesto la cessione, poiché non si sentivano rispettati da Mourinho. 

"Imparo sempre cose nuove dai miei giocatori. Come affrontano la sconfitta, la vittoria. Sono molto esigente e cerco di spingeri i calciatori al limite e mi piace alimentare la competizione interna tra loro". 

Mourinho considera la squadra come una sorta di famiglia e lui, in quanto allenatore, ha e deve mantenere la figura del capofamiglia, usando il metodo del "bastone e carota". Come si vede in All or nothing, dice apertamente a un difensore come Aurier di avere paura di lui, in quanto capace di un fallo da rigore sanzionabile col VAR. È anche lo stesso che sa quanto conta l'equilibrio nello spogliatoio e il gruppo, soprattutto l'aspetto mentale, ecco che Mourinho "per il senso della famiglia" può far fuori un titolare, che avrebbe giocato in una situazione normale, per schierare un calciatore a cui aveva dato "una pugnalata" la settimana prima, non facendolo giocare. 

"Ho 58 anni e solo ieri ne avevo 20. Il tempo vola.  C'è una grande differenza tra un giocatore che va a momenti e uno costante. Devi riflettere tu sul perché la tua carriera sia così. Non so se centri il tuo stile di vita. E credo che un giorno, lo rimpiangerai se non raggiungerai il tuo massimo potenziale. Dovresti essere più esigente con te stesso".

Anche se "non vuole essere né un padre, né un fratello" dei giocatori, come allenatore sente il diritto di fare la paternale per cercare di tirare fuori il carattere. Da un lato c'è il suo lavoro che è cercare di far rendere al meglio i calciatori, stimolandoli e schierandoli nel ruolo in cui si sentono più felici e più a loro agio. Dall'altra parte, ovviamente, Mourinho non ha la bacchetta magica e riconosce come il suo lavoro dipenda dalle prestazioni dei calciatori. Anche qui non usa mezze misure quando chiede "la protezione" ai propri uomini, poiché spesso, nel calcio, a pagare è l'allenatore e non la squadra. Una pressione che Mourinho si porta sempre addosso, una pressione per cui è pronto, ma vuole che ci siano le condizioni per rispettare le aspettative su di lui, da parte dei club. Anche se per lo Special One, la sfida più importante, che definisce "impossibile" è quella di riuscire a fare contenti tutti i giocatori.