TRIGORIA - Spalletti: "Rüdiger è un leone in gabbia. Questa città ha bisogno di vincere. La libertà di stampa guai a chi me la tocca". FOTO!
Alle 14:00 di ieri ha avuto luogo la conferenza stampa di Luciano Spalletti, in vista della gara di questa sera alle 20:45 che la Roma andrà a giocare in casa del Sassuolo. Vocegiallorossa.it, presente a Trigoria, vi ha riportato LIVE le parole del tecnico toscano: "Mario Rui ha ancora tempo, Vermaelen deve fare dei passaggi per fare una scaletta, Peres e Perotti siamo fiduciosi per Empoli, tutto sta procedendo bene, Seck ci vuole una settimana e lo prendiamo in considerazione per Bologna, Rüdiger è con noi e ha detto il Dott. Del Vescovo che è a disposizione. Tirare in ballo la libertà di stampa in funzione di quello che è successo centra ancora meno delle galline del Cioni. Io avrei accusato di manovre opache il giornalista, però in generale mi è parso di notare un'interpretazione personale degli episodi. Quando abbiamo preso El Sharaawy abbiamo visto dei titoli tipo A che serve il Faraone. Ho visto partite giocate male e bene e leggo Ciao Dzeko, ma diamogli il tempo di far parte di una squadra. Nainggolan dice spero che i tifosi tornino allo stadio e poi leggo il ninja se la prende con i tifosi della Roma. Non è un'interpretazione soggettiva? Basta saperlo. La libertà di stampa guai a chi me la tocca".
Campionato più equilibrato?
"È ancora presto per dirlo, ma ora c'è un equilibrio che non può che far bene. Ci saranno così tanti duelli d'alta classifica. Forse senza tutti questi punti non avrebbe avuto quell'aiuto dello stadio, ecco perché noi facciamo richiamo a questo. Sono una spinta particolare, io l'ho vissuto l'Olimpico pieno. Essere molte squadre che si giocano la partita a viso aperto è bello, rende il campionato interessante e vivo".
Il Sassuolo?
"Loro sono la difficoltà. Perché allenata bene ed è una società forte che prende giocatori da far crescere e migliorare, cosa che non possono far tutti. I talenti ci sono ma è difficile collocarli in alcune realtà. Ma a loro gli viene facile. Poi l'altra difficoltà è la velocità degli attaccanti, sono tanti bravi. Di Francesco li fa girare e si fida di tutti. Qualsiasi formazione metterà sarà temibile, lo abbiamo visto lo scorso anno".
Nel 2005 Di Francesco stavate in panchina insieme.
"Era già allenatore. Quando gli davo la formazione per fare le fotocopie e non si capacitava di alcune mie scelte. E poi era uno di campo, faceva il Team Manager ma si discuteva di calcio. Era già un allenatore. Ora sta facendo vedere che ha personalità, che tocca i tasti giusti. E poi ha un po' modificato quello che è interpretare il passaggio da ex calciatore ad allenatore. Può far male a tutti".
Sulla polemica di questi giorni
"Malafede no. Oggi sono stato più chiaro. Ma c'è interpretazione personale su alcune cose. La Roma vince? Dite che la Roma ha vinto. Io torno volentieri dentro a questa cosa ma dopo. Oggi penso alla Roma e ascolto solo chi dice Forza Roma".
Il Sassuolo ha una colonia di giovani italiani e romanisti. Qualcuno lo avrebbe voluto allenare?
"Loro sono venuti a prendere diversi giovani nostri, che erano forti. Ma quest'anno nel mercato mi sono trovato in alcune situazioni dove dovevo discutere il titolare e metto accanto altri giocatori. Lui è forte? Si ma se non gioca non vuole rimanere. Lo abbiamo fatto partire perché la spinta professionale del calciatore porta alla cessione, non darebbe tutto giocando poco. Entrerebbe non voglioso. Prendiamo Iago Falque che è un ragazzo splendido. Lui voleva andare a giocare. Ha passato dei pomeriggi ad allenarsi per mettermi in difficoltà. Poi ci sono anche alcuni che hanno mercato e prendi dei soldini. E allora nel dubbio tieni quello che ha valore o quello che ha mercato più difficile? Non si possono aggiungere i 5 gol di Iago Falque a quelli della Roma. Qui probabilmente non li avrebbe fatti. Anche Ljajic, con il quale non ho parlato, se non lo fai giocare perde qualità. È come sei fatto, non è una critica. Però alla fine io devo scegliere. Però la cessione di alcuni ragazzi, come Ricci, ti può far pentire di averlo ceduto, ma almeno torna che ha un valore. Se fosse rimasto qui a non giocare non avrebbe aumentato il suo valore. In una società dove si pensa anche a questo. Iago Falque lui mi dice che ho sbagliato. Ma mi può dire mister guarda un po' i numeri? Che gli dici? Ha ragione".
Juan Jesus e Strootman?
"Juan Jesus ha un risentimento al polpaccio ma è nelle condizioni di stare dentro. Strootman parte dall'inizio e gioca. Un'ora la fa con la qualità che possiede".
Iturbe e Gerson posso andare via nell'ottica di trovare spazio?
“Sono valutazioni che si fanno su tutti quelli che hanno giocato poco quando si arriva a dicembre. Parlare però di loro adesso non ha senso. Magari domani li utilizzo”.
Perché Pellegrini va mandato via e Gerson no?
“Gerson ha giocato lo scorso anno, certo in un campionato diverso. Poi si arriva dicembre e si rifà il check-up del gruppo. È corretto anticipare il mercato di gennaio. Arriva prima il momento delle valutazioni”.
Non le bastano 20 vittorie per parlare di rinnovo?
“Noi abbiamo la necessità di vincere. Ora si picchia su questo. L'ambiente della Roma è perfetto per lavorarci. La difficoltà? Roma è forte ma ha bisogno di vincere. Quando vieni qui abitui l'anima alla bellezza infinita, poi tornare indietro diventa difficile. Abituarsi a non vincere mai è difficile. Noi ormai abbiamo consumato tempo. Vincere non sono solo i titoli, ma è anche mandare un segnale di professionismo. Noi dobbiamo mandare questo messaggio alla Roma, ai tifosi, alla città: abbiamo bisogno di vincere. E chi viene sente questa pressione. Al tifoso della Roma che ha visto tanti campioni si diventa critici. E allora noi abbiamo l'imposizione di sopportare questo peso. Io compreso. O si porta a casa ben visibile o non c'è alternativa: fuori da questa città, da un punto di vista calcistico naturalmente”.
È più sopreso dall'Inter o dal Milan?
"Tutte e due destano attenzione. Il lavoro di Montella è eccezionale. Nell'altro caso non avendoci lavorato nell'Inter non la conosco. Ma dall'Inter in generale mi aspetto di più. Ma non so da cosa dipenda. De Boer è serio, professionale e molto applicato nel lavoro. Quando si cambia tanto, allenatori e giocatori, diventa difficile. Anche loro hanno un nome pesante da portare sul cuore".
Rüdiger?
"Siamo vicini, è sano. Ora è un leoncino. Non ha i 90' ma è dentro la gabbia. Ha tanto impeto. Domani farlo partire dall'inizio è azzardato. Dmani non parte dall'inizio".
Quando la Roma avrà tutti i difensori che margine di miglioramento avrà?
"Ha tanti margini, non perché chi manca è meglio, ma puoi creare concorrenza. È giusto avere chi ti fa le scarpe. E questo alza il livello dei calciatori. Anche gli attaccanti che giocano in allenamento contro quelle difese lì, alza tutto il livello. Se voi veniste dentro ad allenare scegliereste come me. Tutti quelli che ho sono giocatori esperti, di livello. Soprattutto chi manca, ci darebbe un vantaggio enorme".