Criscitiello: "Non tutti gli Angelucci favorevoli a prendere la Roma"
Oggi è il giorno decisivo, può accadere di tutto. La famiglia Sensi ha gettato le basi per un addio pieno di tristezza, con il cuore in mano, ma inevitabile. Papà Franco da lassù starà vedendo tutto. Quella squadra che per lui ha significato gioie (calcistiche) e dolori (economici). I Sensi si sono svenati per quei due colori. Hanno vinto e hanno avuto sempre grande dignità: l'ultimo campionato è stato emblematico dell'organizzazione e della fantasia sul mercato. Brava Rosella, bravissimi Ranieri, Pradè e Conti. Si volterà pagina, molto probabilmente, ma sarebbe bello e giusto vedere i tifosi della Roma dire almeno un "grazie" a questa famiglia, che ha anteposto il bene del club a quello personale. In quanti lo avrebbero fatto? Aspettiamo oggi e poi vedremo.
Se la Dottoressa Sensi dovesse realmente uscire di scena, Unicredit entrerebbe in possesso del 100% delle quote societarie. Il giorno dopo, il Dottor Profumo, con o senza advisor, metterebbe sul mercato il primo 50% di azioni; tutto ciò prevedrebbe una scaletta di vendita fino al 2012/2013, anno in cui la banca dovrebbe uscire definitivamente di scena. Si cerca un nuovo patron. In molti hanno fatto dei sondaggi, ma uno solo, per il momento, ha dato un occhio ai libri contabili: Giampaolo Angelucci, il re delle cliniche laziali e pugliesi. Questi, che possedeva il 3% di Unicredit, è a capo di un impero, ha la barca più bella della Sardegna e probabilmente una voglia matta di entrare nel mondo dorato e pericoloso del calcio, ma c'è un solo problema: in famiglia non tutti sono favorevoli a questa nuova avventura. Vigileremo, ma vi preannunciamo che è un gran caos.