Cessione Roma, conferenza stampa nel tardo pomeriggio. Fiorentino resterà nel nuovo Consiglio di Amministrazione? Tutte le trattative della storia del club
IL MANIFESTO, Herbert Simone Paragnani - E' molta l'attesa del passaggio di proprietà dell'A.s. Roma dalla famiglia Sensi alla cordata americana capeggiata da Thomas Richard DiBenedetto; questa attesa, comunque, non dovrebbe durare ancora tanto e un "ribaltone" della situazione sembra piuttosto improbabile, tanto più che James Pallotta (comproprietario dei Boston Celtics e socio numero uno di DiBenedetto) dopo un contatto con Paolo Fiorentino avrebbe garantito il suo personale impegno per le future ricapitalizzazioni del club capitolino. La cautela resta ad ogni modo d'obbligo, memori degli ultimi anni in cui più volte si è assistito ad un imminente passaggio di consegne che poi però, di fatto non è mai avvenuto. Dal 2004 ad oggi, infatti, alla Roma si sono avvicinati diversi soggetti. In principio ci furono i russi con Souleiman Kerimov, proprietario della Nafta Moska, che all'ultimo momento si volatilizzò (c'è chi sostiene per un improvviso blitz della Finanza e chi per i rilanci esagerati di Franco Sensi). Nel 2008, poi, fu la volta di George Soros; il magnate americano offrì 283 milioni di euro, Rosella Sensi mostrò una fantomatica offerta di un gruppo arabo e Soros, non rilanciò e la trattativa si interruppe lì. E con tanto di comunicati ufficiali l'interesse degli americani venne negato più volte, facendo sì che si diffondesse anche l'idea che la Roma non la volesse proprio nessuno. Nel 2009 tocca all'agente FIFA Vinicio Fioranelli che dopo un'ennesima trattativa con Rosella Sensi per l'acquisto del club si dissolve sul più bello, e cioè quando le garanzie economiche da lui millantate in realtà non arrivano.
Nel luglio 2010 finalmente la svolta: Unicredit si appropria di Italpetroli, azzera tutti i debiti della Famiglia Sensi e anche la Roma passa nelle mani della banca. Da qui in poi, le cose cambiano, il processo di vendita si innesca veramente e Unicredit individua (grazie anche alle garanzie dell'advisor internazionale Rothschild) l'offerta migliore. Si tratta ancora una volta di un gruppo statunitense, capeggiato dall'ormai noto Thomas DiBenedetto, imprenditore di Boston e proprietario di una quota dei Red Sox; nel consorzio dell'americano compaiono Michael Ruane, il finanziere Richard D'Amore e James Pallotta; proprio Pallotta fu il primo ad interessarsi alla Roma dopo la vicenda Soros. Il gruppo di DiBenedetto avrebbe convinto Rothschild e Unicredit con un piano del tutto simile a quello di Soros, che punterebbe a rendere il club capitolino una media company con investimenti di rilievo nel merchandising e nel marketing, oltre alla costruzione di uno stadio di proprietà.
IL CORRERE DELLO SPORT - Nella giornata di ieri, a Boston, sono stati trascritti gli ultimi contratti che potreranno la Roma in mani americane. Oggi è prevista una riunione delle parti per definire le ultime cose e a seguire, nel tardo pomeriggio italiano, ci sarà una breve conferenza tenuta da Tom DiBenedetto e soci, compreso James Pallotta, ritenuto il pezzo forte del gruppo. A seguire, servirà l'ok da parte dell'assemblea dei soci, la richiesta di autorizzazione all’Antitrust, e il lancio dell’Opa. Si dovrà comporre anche un nuovo Consiglio di Amministrazione e l'unica figura attiale che continuerà a farne parte è l'Avvocato Cappelli, legale di UniCredit. Da decidere ancora il numero dei partecipanti, ma la presidenza sarà affidata a DiBenedetto: con lui potrebbero prendere posto anche James Pallotta, Franco Baldini, l'avvocato Baldissoni, Gian Paolo Montali e lo stesso Paolo Fiorentino. Nel prossimo mese, formalmente, non potrà esserci alcun atto sostanziale, ma gli americani inizieranno a muoversi in modo più diretto. E se per un presidente che arriva ce n'è una che va, Rosella Sensi mercoledì sera ha partecipato al Consiglio di Roma 2000, mostrando particolare interesse e spirito collaborativo nella gestione della trattativa.
GAZZETTA DELLO SPORT, A. Catapano - Dopo diciotto anni sembra essere finita l’era dei Sensi. Nella giornata di ieri è arrivato a Boston anche Attilio Zimmatore presidente del cda di Roma 2000, insieme a Francesco Bertocchini, rappresentante di Rothschild, il tutto per confermare e rattificare il passaggio del pacchetto di maggioranza da Unicredit, che avrà comunque il 40%, alla DiBenedetto LLC che avrà il 60%. Da quel momento comincerà un progetto a lungo termine che porterà a tanti cambiamenti in casa Roma, uno su tutti il ringiovanimento della rosa.