Scacco Matto - Cagliari-Roma 2-2, i cambi disastrosi costano due punti

09.12.2018 20:50 di Gabriele Chiocchio Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Scacco Matto - Cagliari-Roma 2-2, i cambi disastrosi costano due punti
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ancora una volta, la Roma si butta via, con evidenti responsabilità dell'allenatore: a Cagliari finisce 2-2, con Ioniță e Sau che rimontano il doppio vantaggio giallorosso firmato da Cristante e Kolarov. 

LE SCELTE - Il dubbio riguardante Konstantinos Manōlas si risolve con la presenza in campo del greco accanto a Federico Fazio, con Alessandro Florenzi e Aleksandar Kolarov davanti a Robin Olsen. Bryan Cristante e Steven Nzonzi sono i mediani, con Cengiz Ünder, Nicolò Zaniolo e Justin Kluivert alle spalle di Patrik Schick. Nel Cagliari Leonardo Pavoletti si ferma nel riscaldamento e lascia il posto ad Alberto Cerri, a fianco di Diego Farias con João Pedro alle loro spalle nel 4-3-1-2.

 

 

 

UN BUON INCASTRO - 4-3-1-2 che, ovviamente privilegia l’utilizzo della zona centrale del campo, a scapito di quelle laterali, classico appannaggio della manovra della Roma. Un incastro che favorisce la Roma, ulteriormente avvantaggiata dall’assenza di Lucas Castro e Nicolò Barella, bravi a fare l’elastico con il lato di riferimento; non come Artur Ionita, che in occasione del gol raddoppia su Nzonzi, in possesso di palla, lasciando Padoin solo contro Florenzi e Ünder. Il terzino esce alla disperata dalla sua zona permettendo la combinazione tra i due, da cui nasce il gol del vantaggio di Bryan Cristante, bravo a tenere basso il pallone dopo la sponda di Kluivert, spostatosi verso il centro vista la pendenza dell’azione della Roma sul lato opposto al suo.

ZONA FRANCA - Il numero 4 va a segno dal limite dell’area di rigore senza opposizione, in una zona di campo che il Cagliari fatica a controllare. Il 2-0 con cui si chiude il primo tempo arriva infatti con una fortuita deviazione della barriera su un calcio di punizione di Kolarov, guadagnato dalla Roma su un’uscita errata e fallosa di Ragnar Klavan su Zaniolo, sempre sulla trequarti offensiva giallorossa.

SEI CAMBI PER IL CAGLIARI - Privo dei suoi tre uomini più rappresentativi, il Cagliari sarebbe pronto a capitolare, ma Maran non si arrende e rilancia i suoi, con l’ingresso Marko Pajač per Simone Padoin, utile ad aumentare la spinta su quel lato del campo. Gli isolani crescono in intensità e aumentano la loro pericolosità anche grazie a João Pedro, spesso libero alle spalle della difesa della Roma. Basta questo per convincere Di Francesco ad attingere dalla panchina alla ricerca di correttivi che diano solidità. Il primo a scendere in campo è però Luca Pellegrini, professione terzino, fermo dal 20 ottobre e posizionato in alto a sinistra, al posto di Kluivert, in una sorta di 4-4-2 con Cengiz Ünder a destra. Dall’altra parte entrano Marco Sau per Farias e Luca Cigarini per Filip Bradarić: cambi offensivi o comunque qualitativi, atti a spingere i giallorossi nel proprio terzo di campo. La teoria vorrebbe contromosse in grado di tenere alta la squadra e lontano dalla propria porta il pallone: non c’è un cambio per Schick, ma Di Francesco lo sostiuisce lo stesso, scegliendo Javier Pastore, che già nelle gare disputate aveva palesato problemi di ritmo e che viene messo accanto a Zaniolo, a svolgere un lavoro probabilmente meno nelle sue corde di quello che normalmente svolge una mezzala. Forse l’idea è quella di migliorare il giro palla, ma non c’è il tempo di metterla in pratica, perché su azione di calcio d’angolo (ancora, dopo il gol di Icardi di domenica scorsa) Artur Ioniță sfrutta la torre di João Pedro e fa 1-2, ravvivando ulteriormente la fiamma. E allora, da una cosa, si passa a fare l’opposto: fuori Zaniolo, dentro Juan Jesus, con una difesa che diventa a 5 nel tentativo di chiudere gli spazi e l’ingresso precedente reso di fatto inutile; una difesa a 5 che non si può comunque improvvisare, specie se resta inspiegabilmente alta, pure con l’avversario ridotto in 9 contro 11 (espulsi Srna e Ceppitelli per proteste). Su un lancio quasi casuale, Sau parte alle spalle dei centrali e si presenta solo davanti a Olsen, battendolo e dando concretezza a un disastro i cui presupposti sono stati messi principalmente dalla panchina.