Roma-Udinese 3-0 - Scacco Matto - La crescita di Veretout, le qualità di Villar e lo spirito di sacrificio della squadra
LE SCELTE - Con Kumbulla e Smalling out, Paulo Fonseca ripropone Cristante al centro della difesa, con Mancini e Ibanez ai lati. A centrocampo, Villar e Veretout giocano in mezzo mentre Karsdorp e Spinazzola agiscono ai lati. Pedro è recuperato ma va in panchina, così come Dzeko: il reparto offensivo vede, quindi, la presenza di Pellegrini e Mkhitaryan dietro a Edin Dzeko.
Luca Gotti schiera un coperto 3-5-2 con Bonifazi, Nuytinck e Samir. Stryger Larsen e Zeegelaar vengono confermati sulle fasce con De Paul, Walace e Arslan in mezzo al campo. In avanti, spazio al duo Deulofeu-Llorente.
ATTEGGIAMENTO - La Roma, come da copione, fa la partita mentre l'Udinese difende in maniera ordinata con un 3-5-2 che diventa, facilmente, un 5-3-2. Cristante fa buona guardia su Llorente, soprattutto sulle palle alte, e se la cava bene anche su Deulofeu grazie alla sua intelligenza tattica e al fisico, mentre in avanti Pellegrini è abile a trovare spazio tra le linee, dietro ai centrocampisti friulani, non sempre attenti nel seguire gli spostamenti del numero 7 capitolino. Pellegrini si abbassa, inoltre, nella prima costruzione giallorossa per farsi dare il pallone, risultando, a fine gara, addirittura più basso di Veretout nelle posizioni medie. In fase di non possesso, infatti, il francese sale parecchio per mordere le caviglie di Arslan mentre Villar si occupa di marcare de Paul, con ottimi risultati, insieme a Ibanez. I giallorossi si schierano così con una sorta di 5-1-3-1 quando l'Udinese costruisce da dietro, con Pellegrini, Veretout e Mkhitaryan dietro a Borja Mayoral.
VILLAR - Lo spagnolo, spesso elogiato per la sua tecnica e la sua velocità di pensiero, è molto bravo e utile anche in fase difensiva. Regge bene il contrasto, è bravo a proteggere il pallone ed è sempre molto aggressivo e determinato. Inoltre, numeri alla mano, è stato il calciatore a percorrere più chilometri in campo (11,8), quasi uno in più di Mkhitaryan.
FRECCIA A DESTRA - Solitamente, la Roma attacca sempre di più dall'out sinistro, con Spinazzola mattatore assoluto e Karsdorp un pochino più timido. Contro l'Udinese, per aumentare la pericolosità a destra, Mancini ha avuto la licenza di offendere. Non è la prima volta che, in fase di costruzione, l'ex atalantino si alza sulla fascia come fosse quasi un terzino. Così ha fatto anche contro i friulani fin dai primi minuti ed è stato premiato dal cross per la testa di Veretout, che ha portato in vantaggio i giallorossi.
VERETOUT - Abbiamo detto di come il francese si sia messo alle calcagna di Arslan. In questo modo, al minuto 12, va vicino al raddoppio, proprio rubando il pallone al centrocampista dell'Udinese, per poi scambiare con Borja Mayoral e farsi parare la conclusione da Musso. Veretout ha fatto vedere doti da colpitore di testa, finora rimaste abbastanza nascoste, oltre a confermare la freddezza dal dischetto e la capacità in fase di recupero.
Inoltre, bisogna sottolineare la sua abilità nell'attaccare la profondità con il suo consueto movimento fuori linea: partendo dalla posizione centrale del campo, si sposta gradualmente verso l'esterno (quasi seguendo una traiettoria arcuata) per poi inserirsi nel corridoio, sia a destra e sia a sinistra. Proprio con uno di questi movimenti è arrivato il raddopio: un'invenzione di Pellegrini ha innescato la corsa del francese, il cui cross è stato raccolto da MKhitaryan, atterrato da Musso. Rigore e 2-0 per la Roma. La stessa cosa in occasione del gol annullato a Pellegrini: bel filtrante di Villar per Veretout, che si inserisce fuori linea prendendo il tempo a Nuytinck.
SACRIFICIO - Quello che più colpisce è la predisposizione dei calciatori al sacrificio. Di Veretout, abbiamo già detto, così come di Villar. Più volte Mancini ha salvato tutto mantenendo alta la concentrazione e lo stesso si può dire di Karsdorp e Spinazzola, con quest'ultimo protagonista nel primo quarto d'ora di una gran diagonale difensiva, impedendo a de Paul di presentarsi davanti a Pau Lopez. Nulla di eccezionale ma si tratta di gesti che si compiono quando c'è unità di intenti, quando c'è il famigerato gruppo solido e unito. Un toccasana per ogni allenatore.