Roma-Milan 1-2 - Scacco Matto - Rossoneri in totale controllo del campo. Da rivedere Paredes e Cristante insieme
LE SCELTE - José Mourinho propone il consueto 3-5-2 senza cambiare nulla in fase difensiva, con Mancini, Smalling e Llorente confermati davanti a Rui Patricio. Qualche cambio in mezzo al campo: Celik vince il ballottaggio con Kristensen e Karsdorp, così come Zalewski viene confermato a sinsitra. Paredes va in cabina di regia, co Cristante a destra e Aouar a sinistra. Pellegrini, acciaccato, va in panchina mentre Dybala non viene proprio convocato, così El Shaarawy prende posto accanto al Gallo Belotti.
Nessuna sorpresa, invece, in casa Milan: Calabria, Thiaw, Tomori, Theo Hernandez compongono la linea difensiva. A centrocampo, Krunic si posiziona davanti alla difesa con Loftus-Cheek e Reijnders ai lati. Pulisic e Leao danno supporto a Giroud.
COSTRUZIONE - Il Milan sposta Calabria praticamente da regista per ovviare alla pressione di El Shaarawy e Belotti, mentre Krunic spesso si abbassa tra i due centrali e così i rossoneri riescono a superare la linea di pressione giallorossa. La squadra di Pioli manipola gli spazi a proprio piacimento e assume, fin da subito, il controllo del match. I calciatori leggono il gioco e capiscono qual è lo spazio da attaccare. Reijnders dà qualità in mezzo al campo, Loftus-Cheek ha forza, fisico, qualità negli inserimenti e Krunic è preziosissimo nella fase di costruzione e nel creare sempre nuovi spazi.
DUELLI INDIVIDUALI - La squadra di Pioli vince tutti i duelli individuali in tutte le zone del campo. Leao ed Hernandez travolgono Mancini e Celik, Pulisic ha la meglio su Zalewski e Loftus-Cheek sguscia via da Aouar e anche da Llorente, come si può vedere in occasione del rigore per il Milan. Gli ospiti sono in pieno controllo della gara e la Roma non riesce nemmeno ad avvicinarsi alla possibilità di tirare in porta, provando solo qualche tiro velleitario dalla distanza.
CRISTANTE-PAREDES - Mourinho avrà tempo per lavorarci ma, al momento, Paredes regista e Cristante mezzala non stanno funzionando. La Roma sembra troppo statica e la mancanza di un centrocampista più dinamico (né Aouar, né Pellegrini lo sono) viene messa ancora più in luce dal continuo movimento del Milan, con e senza palla.
LUKAKU - Il belga si posiziona in particolare sul centrodestra, così come capitava anche all'Inter. Lukaku è infatti una prima punta atipica e, anzi, con un calciatore che occupa la parte centrale del campo il belga ha più possibilità di partire più defilato e attaccare la porta. Bravo, ovviamente, anche nel gioco spalle alla porta, per via del suo fisico imponente, Lukaku in realtà predilige giocare fronte porta, puntando verso l'area e sfruttando le sue grandi doti in progressione. Con Belotti, può permettersi di non essere l'unico a dover addomesticare i palloni mentre, quando sarà in coppia con Dybala, avrà bisogno che la Joya gli stia molto vicino perché avrà bisogno di scambiare nello stretto e di creare continui uno-due.
POCHE IDEE - La Roma non è solo meno brillante e molto più prevedibile, ma sembra anche sfiduciata. Le prime due gare hanno, forse, lasciato degli strascichi nel gruppo, con i giallorossi puniti al primo tiro in porta da parte degli avversari. I capitolini, paradossalmente, subiscono poco ma quel poco si tramuta quasi sempre in gol e questa è un'attenuante che va riconsociuta. Il gap mostrato, però, contro il Milan è troppo ampio da poter essere spiegato solo con un oggettivo periodo sfortunato. La Roma ha mostrato poche idee in fase offensiva, limitandosi ai lancioni per Belotti, in affanno a dover lottare da solo. I giallorossi hanno rialzato la testa solo dopo l'espulsione di Tomori e l'ingresso in campo di Lukaku, che ha ridato forza e speranza alla squadra.