Roma-Borussia Mönchengladbach 1-1 - Scacco Matto - L'evoluzione di Mancini, il pressing dei tedeschi e la lucidità della Roma
Finisce in parità il match di Europa League tra Roma e Borussia Mönchengladbach.
LE SCELTE - Paulo Fonseca mantiene il 4-2-3-1 spostando Mancini sulla linea mediana, accanto a Veretout. In difesa, spazio a Smalling e Fazio mentre sugli esterni agiscono Spinazzola e Kolarov. In avanti, Dzeko guida l'attacco della Roma supportato da Pastore, alla seconda partita consecutiva. Esterni alti Kluivert e Zaniolo.
Rose presenta un coperto 4-2-3-1 con Embolo in avanti Hermann, Neuhaus e Thuram (figlio dell'ex centrale del Parma, Lilian Thuram) dietro a Embolo.
MANCINI SI SDOPPIA - Desta curiosità la gara del centrale/centrocampista giallorosso. Con la squadra in possesso del pallone, l'ex Atalanta si posiziona a centrocampo con Veretout sulla sinistra e Pastore che, per aiutare nell'impostazione si abbassa quasi a formare un centrocampo a tre con vertice basso proprio Mancini. Il giovane difensore toscano è bravo con i piedi ma è ancora più bravo a coprire la profondità, spesso tallone d'Achille delle squadra di Fonseca. Si vede spesso Mancini arretrare per assorbire l'inserimento di un avversario e lo fa con i tempi giusti. Quando la Roma deve ripartire, l'ex atalantino si abbassa tra i due centrali mentre i terzini si alzano e la Roma, come spesso ha fatto anche in passato, passa a 3 nella prima fase di impostazione. Il meccanismo funziona e Smalling e Fazio sono bravi ad assorbire tutti i palloni che scappano e che finiscono dalle loro parti, con l'inglese bravo sia tecnicamente che tatticamente, sempre al posto giusto al momento giusto.
AMPIEZZA - Il Borussia Mönchengladbach gioca molto compatto e cerca di pressare fin da subito la Roma. I giallorossi tengono stretti i due esterni, Kluivert e Zaniolo, e cercando di dare ampiezza con i due terzini, Spinazzola e Kluivertn, che non hanno spinto con l'efficacia con la quale avrebbero potuto far male ai tedeschi. Gli ospiti hanno iniziato il match con un pressing fastidioso che la Roma ha eluso non senza difficoltà. A metà primo tempo i capitolini hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare sempre. Pressing su Spinazzola, che cambia improvissamente gioco trovando libero Kolarov. Saltata la prima linea di pressing, il serbo ha trovato praterie davanti a sé e ha potuto passare a Dzeko. Il bosciano ha sbagliato la scelta di gioco ma era questo il modo per far male in maniera continuativa al Borussia.
CONCRETEZZA - Dopo il gol di Zaniolo, gli ospiti giocano il tutto per tutto e lasciano praterie enormi che la Roma, con giocatori rapidi come Kluivert e Zaniolo, avrebbe dovuto sfruttare. L'errore dell'arbitro è stato evidente e, paradossalmente gli sfottò del Borussia a fine gara mettono ancor di più alla berlina l'operato del direttore di gara ma l'unico, grande, errore dei giallorossi è stato proprio di non aver chiuso prima una gara che era completamente nelle mani dei ragazzi di Fonseca. Alla fine è stato il rigore ma sarebbe potuto essere anche l'intervento in scivolata di Thuram che, poco prima del penalty, si è divorato un gol enorme. Rischi inutili, che la Roma non avrebbe corso facendo le scelte giuste, sfruttando uno dei tanti, tantissimi, contropiedi avuti. Lucidità, scelte, concretezza, problemi di cui parliamo da tempo e che si ripropongono ogni volta che Dzeko non va in rete, lasciando l'incombenza ad altri.
BEFFA - Il cambio era stato corretto: fuori Kluivert, che aveva fatto meglio in copertura che in avanti e dentro Florenzi anche perché la Roma, dopo l'ingresso di Perotti, stava giocando con uno scolastico 4-4-2 con Kluivert esterno destro, Perotti esterno sinistro e Zaniolo (e poi Antonucci) accanto a Dzeko. Florenzi per Kluivert era così sembrato il cambio naturale, scontato, logico ed è un peccato che proprio il giocatore di Vitinia abbia sprecato un'occasione colossale per chiudere i giochi prima dello scempio commesso dall'arbitro.