Lazio-Roma 1-1 - Scacco Matto - La voragine davanti alla difesa e il paradosso in salsa giallorossa
Finisce in partità il primo big match della stagione con il pareggio per 1-1 contro la Lazio.
LE SCELTE - Paulo Fonseca deve fare a meno di Perotti e, all'ultimo secondo, perde anche Zappacosta, infortunatori nel riscaldamento. Florenzi occupa così il ruolo di terzino destro e non quello di esterno alto a sinistra, come inizialmente aveva pensato il tecnico portoghese. In quel ruolo viene rispolverato Kluivert, con Zaniolo trequartista e Ünder alto a destra. Cristante e Pellegrini a formare la cerniera di centrocampo. In difesa, Jesus rimane in panchina e vanno in campo Mancini e Fazio.
Nessuna sorpresa per Simone Inzaghi: a differenza della gara contro la Samp, gioca Leiva al posto di Parolo, con Milinkovic-Savic e Luis Alberto mezzali. Sulle fasce, Lazzari e Lulic hanno il compito di allargare la difesa della Roma mentre Correa non dà punti di riferimento e rinifisce per Immobile, pronto a imbucarsi alle spalle della retroguardia giallorossa.
CHI HA FATTO PALO? - Nei primi 25 minuti le due squadre prendono in tutto cinque pali: tre volte la Lazio, due volte la Roma, a testimonianza di una gara divertente ma con molti errori in fase difensiva. Spesso la squadra di Fonseca appare divisa in due tronconi e, nel corso del primo tempo, abbiamo visto Pellegrini richiamare vistosamente i suoi compagni che si stavano attardando nel tornare. La Lazio pressa il portatore di palla giallorosso, consapevole della volontà della Roma di costruire con palla a terra, cercando di limitare il più possibile il lancio lungo.
VORAGINE IN MEZZO - Alcuni errori in disimpegno creano pericoli alla porta di Pau Lopez ma, come già accennato, preoccupa il vuoto che viene a crearsi davanti alla difesa, con Pellegrini e Cristante che, da soli, vanno in difficoltà e la difesa che rimane quindi esposta agli attacchi avversari. In altre occasioni, sono gli errori dei singoli a mettere in pericolo la Roma, come quando Fazio si fa prendere in mezzo, rimanendo fermo e non saltando su una verticalizzazione della Lazio: Milinkovic-Savic spizza di testa per Immobile (schema noto ormai) e l'attaccante biancoceleste è bravo a prendere il tempo a Mancini, meno a prendere la mira e prende l'ennesimo palo del primo tempo.
FASE OFFENSIVA E LINEA MENO ALTA - Nel primo tempo la Roma va a folate: Dzeko tiene palla e tenta di mettere ordine, Zaniolo fa molto movimento e sfrutta il suo fisico pazzesco (potenza, forza ed esplosività) ma è sfortunato e colpisce per due volte il palo. Ünder cerca la posizione migliore e gli riesce solo una sola buona combinazione con Florenzi, fermato al limite dell'area. Kluivert fa tantissimo movimento, aiuta più del turco in fase difensiva e tenta un'incursione saltando un paio di uomini, ma senza trovare il varco giusto per concretizzare l'azione e spesso sbaglia la decisione da prendere.
Florenzi e Kolarov accompagnano l'azione ma non con la stessa costanza del match contro il Genoa, con Fonseca che cerca di mantenere la squadra leggermente meno sbilanciata in avanti rispetto al primo match ma senza riuscire a blindare la difesa e senza creare eccessivi pericoli alla porta biancoceleste. Il paradosso è l'aver visto, soprattutto nel primo tempo, la Lazio fare quello che si suppone farà la Roma nel corso del campionato, cioè stare nella metà campo avversaria, alzare tutta la squadra, andare in pressing per recuperare la palla mentre i giallorossi hanno fatto ciò che ci si aspettava facessero i biancocelesti, cioè aspettare per provare a ripartire in velocità. Un paradosso figlio di un mercato ancora incompleto ma, soprattutto, di un sistema di gioco che necessita del tempo per essere assorbito.