Genoa-Roma 1-3 - Scacco Matto - Come la Roma pressa gli avversari e la mossa di Fonseca nella ripresa

09.11.2020 20:25 di  Alessandro Carducci  Twitter:    vedi letture
Genoa-Roma 1-3 - Scacco Matto - Come la Roma pressa gli avversari e la mossa di Fonseca nella ripresa
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La Roma vince per 3-1 contro il Genoa grazie a una tripletta di Mkhitaryan. Per i liguri, in gol Pjaca.

LE SCELTE - Solo una sopresa nella formazione messa in campo da Paulo Fonseca: si tratta di Pau Lopez, buttato nella mischia per il forfait di Mirante. In difesa Ibanez vince invece il ballottaggio con Kumbulla e si posiziona sul centrosinistra, con Smalling al centro e Mancini sul centrodestra. A centrocampo, Karsdorp ha la meglio su Bruno Peres mentre Spinazzola si posiziona a sinistra. Pellegrini e Veretout occupano la parte centrale del campo. In avanti, Pedro e Mkhitaryan agiscono a supporto di Borja Mayoral, confermato dopo Cluj a causa della positività al COVID-19 di Edin Dzeko.

Come previsto, Maran chiude le fasce e tiene fuori Ghiglione e Pellegrini, che hanno caratteristiche offensive, coprendosi con Biraschi e Criscito. Out Goldaniga, che non aveva fatto bene contro il Torino, e coppia difensiva inedita con Masiello e Bani (out Zapata per COVID-19). 
Il tecnico genoano prosegue nel 4-3-2-1 con Lerager e la rivelazione Rovella mezzali mentre Radovanovic prende il posto di Badelj, che ha deluso finora. Zajc e Pjaca (preferito a Pandev) agiscono a supporto di Scamacca.

PRESSING - Il Genoa rimane molto coperto nella propria metà campo, schierandosi in fase di non possesso con coperto 4-4-2 con Zajc esterno sinistro, Lerager esterno destro e la coppia Radovanovic-Rovella in mezzo. 
La Roma, invece, fin da subito fa capire quale sia la sua intenzione: quando il Genoa costruisce l'azione dal basso, la squadra di Fonseca rimane stretta con Pedro e Mkhitaryan molto vicini a Borja Mayoral. Lo si vede fin dai primi secondi. Finché ha la palla Masiello, i giallorossi rimanono fermi ma quando il centrale genoano scarica sull'esterno verso Criscito si attiva il pressing romanista: Pedro si avventa su Criscito, Pellegrini va su Rovella, Karsdorp su Zajc e Veretout rimane in copertura su Lerager ma è pronto ad accorciare su Radovanovic. Criscito passa nuovamente a Masiello che, attaccato da Borja Mayoral, è costretto a lanciare lungo su Pjaca ma Mancini gli è subito addosso e prende il pallone. 
Succede quasi la stessa cosa al 4'pt: palla a Criscito e stavolta è Karsdorp a fiondarsi sul giocatore, che lancia subito per Zajc e Mancini interviene ancora, anticipando il calciatore. Lo stesso, ovviamente, accade anche sull'altro fronte e lo vediamo pochi minuti dopo, quando Biraschi riceve il pallone e viene subito attaccato da Spinazzola mentre Borja Mayoral copre su Radovanovic. Biraschi, come prima Criscito, sceglie il passaggio lungolinea e interviene Ibanez ad anticipare Lerager.
La Roma rimane compatta chiudendo centralmente tutti gli spazi e invitando il Genoa ad andare sull'esterno, dove può scattare la trappola del pressing. Se, invece, la squadra di Maran tenta il lancio lungo per Scamacca trova sempre i tre centrali giallorossi pronti a duellare di testa, avendo spesso la meglio.

COSTRUZIONE ROMA - I giallorossi costruiscono dal basso con Veretout e Pellegrini che si smarcano per ricevere. Rispetto ad altre volte, non c'è bisogno che Mkhitaryan e Pedro si abbassino molto perché il Genoa preferisce più aspettare la Roma che pressare. L'obiettivo è proprio trovare i due trequartisti tra le linee, per poi cercare uno scarico esterno (anche se l'uscita di Spinazzola limita molto le potenzialità offensive della Roma sulla sinistra) o una combinazione nello stretto con calciatori tutti in grado di poter inventare qualcosa in un fazzoletto di campo.
Con Bruno Peres che, essendo destro, tenta spesso di accentrarsi si libera uno spazio sull'out di sinistra che viene occupato o da Veretout, bravo a tagliare fuori linea, o da Mkhitaryan, che capisce quando venire incontro, quando galleggiare tra le linee e quando invece tagliare fuori.

PELLEGRINI - Per la costruzione dal basso, è importante la posizione di Pellegrini. L'esempio più lampante arriva alla mezz'ora: palla incauta di Smalling per il numero 7 giallorosso, marcato stretto da Radovanovic e raddoppiato da Rovella. Perdere palla nel cerchio di centrocampo, con la Roma protesa già in avanti, sarebbe pericolosissimo. Pellegrini regge il contrasto con Radovanovic e protegge molto bene il pallone, alza la testa e allarga per Karsdorp per poi offrire subito un appoggio per chiudere il triangolo con l'olandese, trasformando così un'azione potenzialmente nociva per la Roma in un'occasione potenziale, con Bruno Peres che tenta infine il tiro dal limite, senza colpire bene.

RIPRESA - Dopo lo svantaggio, Maran nella ripresa mischia le carte e capisce di dover rinforzare il centrocampo. Passa al 3-5-2 con Radovanovic centrale difensivo, Biraschi e Criscito esterni di centrocampo e Zajc mezzala sinistra, con Rovella centrocampista centrale e Lerager mezzala destra. Pjaca gioca seconda punta, accanto a Scamacca.
I liguri puntano così a dare più linee di passaggio in fase di costruzione mentre Scamacca è bravo a venire incontro al pallone, con la difesa giallorossa che fatica a capire quando accorciare e quando invece rimanere in linea, come accadrà a Smalling in occasione del gol genoano, con l'inglese che prima sembra voler accorciare con Scamacca, poi invece rimane fermo senza però coprire su Pjaca.

LA CONTROMOSSA DI FONSECA - I rossoblu iniziano a fare un pochino di pressione e la Roma abbassa così, a turno, Pedro o Mkhitaryan. La Roma sbanda leggermente e Fonseca corre subito ai ripari: fuori Borja Mayoral che, per caratteristiche, fatica a giocare come unica punta, e dentro Cristante. L'ex Atalanta si posiziona davanti alla difesa, consentendo a Pellegrini e Veretout di stare più avanti, mentre Pedro spesso arretra sulla destra per venire incontro e dare un'ulteriore soluzione al portatore palla romanista. Mkhitaryan agisce da falso nueve e la Roma rialza così il baricentro, ricominciando a essere aggressiva e chiudendo la gara con il falso (vero) nueve Mkhitaryan.