Conferenza stampa - Gasperini: "Domani dobbiamo stare attenti: serviranno la stessa attenzione e mentalità avute finora. Terrò in disparte Cristante e Ndicka"

Ecco le dichiarazioni di Gian Piero Gasperini in conferenza stampa alla vigilia del match delle terza giornata della fase campionato di Europa League contro il Viktoria Plzen, in programma domani alle 21:00.
Qual è la condizione generale della squadra? Chi non ci sarà? Qual è la situazione di Angelino?
"No, su Angeliño c’è il comunicato medico: stanno effettuando degli accertamenti e non posso entrare nel merito. Dovete fare affidamento a quanto riferiscono i medici. Tutti ci auguriamo che possa essere disponibile al più presto. Per il resto, incrociando le dita, in questo momento siamo praticamente tutti a disposizione".
Come sta Bailey? Può giocare titolare?
"Per me – e mi ripeto per l’ennesima volta – i titolari sono tutti quelli che giocano: sia chi parte dall’inizio sia chi subentra. Chi va in campo è un titolare. Purtroppo, oltre a quelli consentiti dal regolamento, gli altri non possono giocare. Nel caso specifico, è difficile che possa partire dall’inizio, perché è stato fermo a lungo. In questo momento la cosa più importante è che sia guarito dal punto di vista fisico. Andrà recuperato con calma: ci vorrà qualche settimana, non so esattamente quante, per farlo arrivare alla migliore condizione possibile. Però, per spezzoni di partita, è sicuramente in grado di giocare".
Quanto è importante la partita di domani?
"È una partita importante perché abbiamo bisogno di vincere per risalire in classifica. Questo è un girone sicuramente non tra i più semplici, considerando il livello della competizione, quindi dobbiamo cercare di ottenere punti partita dopo partita per migliorare la nostra posizione. Come ho visto già lo scorso anno, con questa nuova formula la classifica è sempre molto corta: tra la qualificazione, il nono posto, il ventiquattresimo e i primi otto la differenza di punti è davvero minima. Ogni partita, dunque, diventa fondamentale sotto questo aspetto. La cosa più importante per noi, però, è tornare a vincere dopo la sconfitta contro il Lille".
C'è qualcosa che si può fare per migliorare la fase offensiva?
"Credo invece che proprio la partita con l’Inter ci abbia dato una fiducia diversa. Come dice lei, abbiamo tirato dieci volte da dentro l’area contro una squadra forte come l’Inter, che difende molto bene: è un segnale importante, soprattutto rispetto ad altre partite in cui avevamo costruito meno. Poi, certo, dobbiamo migliorare nella qualità dei tiri e nella precisione, ma abbiamo giocatori come Dybala, Bailey (quando rientrerà), Soulé e Dovbyk che hanno le qualità per farlo. Lo stesso vale per altri: ad esempio, di testa abbiamo creato situazioni pericolose con Hermoso, Ndicka, Cristante e anche Zeki. In generale, diversi giocatori hanno avuto occasioni per andare al tiro, e questo è già un primo passo. È chiaro che possiamo essere più precisi, ma contano anche gli episodi: nelle ultime due gare in casa abbiamo perso per dettagli, tra rigori e occasioni a porta vuota. Non è solo una questione di qualità, ma anche di momenti. Tuttavia, se la squadra riesce ad arrivare con continuità al tiro e a creare molte occasioni da gol, credo sia un segnale molto positivo".
Centravanti: il campo dirà se c'è un titolare e una riserva o continuerà la rotazione continua?
"Il turnover tra gli attaccanti sono ormai una necessità in tutte le squadre, in Italia come in Europa. Basta osservare le sostituzioni che vengono fatte: domenica, per esempio, nell’Inter è entrato Esposito, e così accade in ogni partita. Con le cinque sostituzioni, almeno un paio riguardano quasi sempre il reparto offensivo. È l’effetto del calcio post-Covid, da quando è stato introdotto questo nuovo regolamento. Per questo non si può più parlare di titolari e riserve: i titolari sono quelli che vanno in campo, e le scelte possono variare di volta in volta. Giocando ogni tre giorni, c’è la possibilità – nell’arco della stessa partita – di coinvolgere più giocatori, perché le gare vanno valutate nei 90 minuti e non solo nei singoli spezzoni. In attacco, in particolare, è il reparto in cui si interviene più spesso: basta guardare il mercato di tutte le squadre o i tabellini delle partite per rendersene conto. Le sostituzioni in avanti servono sia quando devi rimontare una gara, sia quando vuoi chiuderla. È una tendenza ormai strutturale del calcio moderno".
Ha fiducia di poter tornare nella sua comfort zone?
"Ci sto già tornando. Ho sempre detto che i principi restano gli stessi: bisogna semplicemente rispettare le caratteristiche dei giocatori. Non trovo grandi differenze nel mio modo di allenare, di lavorare e di interpretare le partite. Sono molto soddisfatto di gare come quella dell’altra sera, perché – come ho già detto – a volte sono più utili certe sconfitte che alcune vittorie che non lasciano nulla. Sappiamo bene che dobbiamo essere più concreti e più precisi, altrimenti il risalto della prestazione sarebbe stato diverso. La stessa partita, giocata nello stesso modo e con le stesse situazioni create, con un po’ più di precisione avrebbe potuto portare a un pareggio o persino a un altro risultato, visti i numeri. Non avrebbe comunque cambiato le indicazioni generali: cerco di lavorare al di là del risultato, concentrandomi sulla crescita della squadra e dei singoli giocatori".
Bailey è solo un esterno o può fare il centravanti?
"Per emergenza si può fare tutto, non credo abbia le caratteristiche di un centravanti. C’è da dire che, teoricamente, gli attaccanti possono ricoprire diversi ruoli. In certi momenti possono adattarsi, perché nel reparto offensivo si vede un po’ di tutto. È sicuramente un giocatore offensivo, e i giocatori offensivi devono pensare soprattutto ad attaccare. Credo che lui, per abitudine, soprattutto in Inghilterra, abbia giocato spesso largo, molto esterno, più a destra che a sinistra, essendo mancino. Negli ultimi anni il suo ruolo principale è stato quello. La mia intenzione, per come giochiamo noi, è di portarlo un po’ più centralmente, più vicino alla porta, come è successo con Soulé e con altri giocatori. Anche per lui, dunque, l’idea è questa. Però non è un giocatore abituato a interpretare quel tipo di posizione, quindi dovremo scoprirlo insieme e valutare meglio le sue caratteristiche".
Si aspettava qualcosa di diverso da Dybala contro l'Inter?
"La partita è stata condizionata dal gol subito molto presto. L’intenzione era quella di giocare con un tridente leggero, tecnicamente abile e capace di non dare riferimenti, come in parte era successo nel finale a Firenze. Era un tipo di partita che, nella fase iniziale, poteva essere interpretata in quel modo, e sono comunque soddisfatto di ciò che abbiamo cercato di fare. In quel momento andava bene così, ma il gol preso subito ci ha inevitabilmente creato qualche problema. Nel secondo tempo la gara è cambiata: un po’ per merito nostro, un po’ perché l’Inter si è abbassata. Ecco perché dico sempre che le partite vanno viste nei 90 minuti: in una sola gara possono esserci due o tre fasi diverse, che portano anche a variare l’atteggiamento. Sarebbe stato difficile iniziare con lo stesso schieramento con cui abbiamo chiuso, mi sembra piuttosto improponibile. Le partite hanno sempre una loro evoluzione, e anche ciò che succede dopo è spesso figlio di quello che è accaduto prima. Non è una questione legata a Dybala: per me Dybala sta bene, sta ritrovando la condizione e può giocare, come ho già detto, in tutti i ruoli dell’attacco. L'importante è che stia bene".
C'è qualcosa che si è rimproverato della gara con l'Inter o pensa che le cose siano state fatte bene che il risultato sia figlio di circostanze?
"Ci sono sempre degli aspetti da rivedere. Ad esempio, sul gol che abbiamo subito probabilmente non siamo stati abbastanza chiari nelle letture, e questo ci è costato la rete. Diversamente, credo che la Roma abbia fatto un’ottima partita: sia Celik che Wesley hanno disputato una buona gara contro due avversari forti, che sono stati sicuramente molto bravi. Nel complesso penso che la Roma abbia fatto un passo avanti dal punto di vista della prestazione. Si è detto che il risultato sia stato un po’ eccessivo, ma quando vinciamo – come contro il Verona – è giusto riconoscere che in alcune situazioni siamo stati fortunati. Allo stesso modo, non bisogna dire il contrario quando capita di perdere partite come quelle con l’Inter o con il Lille. Altrimenti si finisce per essere sempre e solo negativi. Credo invece che la partita con l’Inter ci abbia dato buone indicazioni. Domani sarà un’altra occasione per fare ulteriori passi avanti sul piano del gioco. Dobbiamo stare attenti, perché affronteremo una squadra che forse molti conoscono poco – come spesso accade in queste competizioni – ma il calcio italiano oggi ha grandi difficoltà. Forse c’è anche un pizzico di presunzione quando affrontiamo avversari di questo tipo, perché conosciamo poco i loro giocatori. Noi che li abbiamo osservati un po’ di più sappiamo che sono squadre da prendere con cautela, con calciatori validi anche tecnicamente. Ogni partita va affrontata con rispetto e attenzione. Quella di domani è una gara dove c’è tanto da perdere e poco da guadagnare, ma io penso che per noi sia importante continuare a giocare per mettere sempre più qualità nel nostro calcio".
In difesa ha mandato in campo Ziolkowski, domani può giocare titolare? La sua crescita l'ha stupita?
"Non mi ha stupito, perché lo vedo ogni giorno in allenamento. È un ragazzo di grande prospettiva, già nel giro della nazionale polacca, e ha mostrato fin da subito ottime qualità. Credo però che debba correggere un’abitudine: entra spesso in scivolata, e nel campionato italiano questo può essere penalizzante, perché anche quando prende la palla il primo contatto può valergli un cartellino giallo, e il secondo diventare pericoloso. È l’unico vero difetto su cui dovremo lavorare per eliminarlo. Per il resto, è davvero un ragazzo interessante, e sono convinto che farà un ottimo percorso. Sta facendo bene, anche per questo ho deciso di proporlo. Per quanto riguarda domani, non ho ancora deciso: l’unica cosa è che terrò in disparte Cristante e Ndicka, che non hanno una settimana completa di allenamento da un po' di tempo. Deciderò dopo l’allenamento di oggi se impiegarlo dall’inizio o a gara in corso".
Cosa c'è da migliorare? Che approccio si aspetta dal punto di vista della personalità?
"Dobbiamo continuare su questa strada, affrontando la partita con la necessità e la voglia di vincere, ma sapendo anche che le gare di campionato sono sempre difficili. Anche contro squadre non di altissima classifica le partite sono complicate, figuriamoci in Europa. Serve un buon approccio: dobbiamo essere consapevoli che è una gara importante sia per la classifica sia per il nostro percorso in Europa. Dovremo giocare con la stessa attenzione e la stessa mentalità che abbiamo mostrato finora, cercando però di migliorare nella qualità delle giocate negli ultimi venti metri".
Cosa pensa della designazione arbitrale? È lo stesso arbitro di Club Bruges-Atalanta.
"Giuro che non lo sapevo, non ne ero a conoscenza, e questo dimostra quanto sia importante fare attenzione a certi dettagli. Devo dire che quella con il Bruges è stata davvero una situazione che ci ha penalizzato, perché abbiamo pagato caro quell’episodio: abbiamo subito un rigore al 48°, e poi, al primo minuto del ritorno, un altro gol. È stato un momento pesante. Non lo sapevo, ma ho un’abitudine: anche se a volte certi episodi fanno arrabbiare molto, quando la partita finisce – magari non subito al 90°, ma entro il 120° – cancello tutto e penso già alla prossima".
Due sconfitte dopo la sosta. Ci sono similitudini?
"Direi di no, sono state due partite diverse. Dopo la sosta, contro il Torino, avevamo poca energia: si giocava a mezzogiorno e mezzo, in una giornata molto calda. Anche quella non è stata una partita fortunata per noi, ma devo ammettere che abbiamo fatto poco, o comunque non siamo riusciti a fare molto per provare a vincerla — almeno a non perderla. Con l’Inter, invece, abbiamo fatto quello che dovevamo fare".
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