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Cinque anni fa l'annuncio di Tiago Pinto, l'eredità lasciata dal portoghese

Cinque anni fa l'annuncio di Tiago Pinto, l'eredità lasciata dal portoghese
© foto di Andrea Gonini
Oggi alle 14:12Primo piano
di Alessandro Carducci

Nuovo appuntamento con i podcast di VoceGialloRossa.it: ogni giorno, dal lunedì al venerdì, approfondiremo con le voci dei nostri redattori uno dei temi più importanti della giornata.

Cinque anni fa la Roma comunicava di aver scelto il dirigente da cui ripartire dopo l’esperienza con Petrachi, terminata pochi mesi prima. Si trattava di Tiago Pinto, sconosciuto ai più e proveniente dal Benfica. Sguardo sornione e benevolo, un’attitudine da chi sembra che nulla possa veramente scalfirlo, Tiago Pinto è rimasto a Trigoria tre anni. Anni controversi, con l’esperienza con José Mourinho (con cui il rapporto non è stato facilissimo) e la Conference League vinta nel 2022.

COSA CI HA LASCIATO - Trattato con scetticismo, il portoghese ha vissuto ciò che vivono tutti i DS qui a Roma. Essere spernacchiati e contestati per le loro scelte. Negli ultimi 15 anni, da Sabatini a Massara, passando per Monchi e Petrachi, nessuno è stato immune dalle critiche da parte di tutto l’ambiente. C’è chi ha sbagliato più di altri, chi meno, e lo stesso Tiago Pinto di errori ne ha commessi ma ancora oggi tre pilastri della squadra sono arrivati con lui, tutti e tre a parametro zero tra l’altro. Svilar e Ndicka (soprattutto il primo) sono stati due colpi fenomenali, su cui la Roma ancora oggi poggia saldamente. Trovare un portiere così forte a zero euro è uno dei colpi maggiori della storia recente della Roma, c’è poco da dire. Il terzo nome è quello di Dybala, costato zero come cartellino e tanto di ingaggio. Un colpo diverso dagli altri due, anche più spettacolare. Potremmo aggiungere anche l’affare Celik, costato 7 milioni e ora rivalutato, o il colpo Matic a zero, che ha fruttato per una stagione. L’estate del 2023, con le cessioni di diversi esuberi e giovani (ricordiamo Tahirovic e Volpato per un totale di circa 15 milioni), ha rappresentato un altro punto in suo favore. Nel mezzo, ovviamente, anche alcune valutazioni sbagliate, tra cui Viña, Solbakken e soprattutto il volersi incaponire su Renato Sanches, un flop annunciato.
Non si vuole santificare Tiago Pinto, ma solo fare una valutazione un pochino più oggettiva del suo operato, considerando anche le famigerate difficoltà economiche della Roma, senza farsi trascinare dall’istinto, dalle emozioni, dalla pancia, come avviene di solito.