Cambio Campo - Fedele: "La retroguardia giallorossa dovrà stare molto attenta alla fisicità di Piatek. Stimo Di Francesco, la società gli ha smantellato la squadra"

03.02.2019 19:00 di Simone Valdarchi Twitter:    vedi letture
Fonte: Intervista a cura di Simone Valdarchi
Cambio Campo - Fedele: "La retroguardia giallorossa dovrà stare molto attenta alla fisicità di Piatek. Stimo Di Francesco, la società gli ha smantellato la squadra"
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.

L'ospite di oggi è Furio Fedele, giornalista del Corriere dello Sport, con il quale abbiamo parlato di Roma-Milan.

Roma e Milan sono separate da un punto, ma arrivano al match dell'Olimpico con stati d'animo completamente opposti. Quali squadre vede realmente in corsa per il quarto posto e cosa determinerà le posizioni finali?
“Roma e Milan su tutte, lo dice anche la classifica che le vede come quarta e quinta forza del campionato. Dopo queste due penso alla Lazio, galvanizzata dalla semifinale di Coppa Italia raggiunta a spese dell'Inter. Bisogna inserire anche Atalanta, Fiorentina e Sampdoria, perché con la ripresa delle coppe europee, non sarà un compito facile quello di gestire tutti gli impegni, in un momento in cui si stanno verificando anche diversi infortuni. Oltre a questo, vedo in difficoltà anche Inter e Napoli. I partenopei non riescono ancora ad affermarsi con continuità su alti livelli, nonostante l'arrivo di Ancelotti presentato in estate da De Laurentiis come il vero top player del mercato. I nerazzurri stanno attraversando un periodo di crisi significativo. La sfida tra Roma e Milan sarà importante, perché entrambe con una vittoria potrebbero dare una svolta alla loro classifica. Il pareggio è un risultato al momento difficile da decifrare, dipende molto dai risultati delle altre, potrebbe rappresentare sia un buon punto per entrambe che un'occasione persa”.



La squadra di Di Francesco viene da una settimana disastrosa e il mister abruzzese è al centro delle critiche. In passato Gattuso si è trovato ad affrontare momenti poco felici, com'è riuscito a venirne fuori?
“Gattuso si è trovato alla guida del Milan in due stagioni particolari, con due cambi societari nel giro di due anni. Il tecnico è stato il vero e proprio mastice che ha tenuto insieme un po' tutto, dallo staff ai calciatori, passando per la dirigenza. Un punto di riferimento apparentemente con poche qualità, ma i risultati parlano per lui. In un caos generale, con campagne acquisti frenetiche e alcuni giocatori difficilmente adattabili al suo calcio, ha avuto il grande merito di tenere sempre dalla sua parte lo spogliatoio, rendendolo unito. Gattuso conosceva il Milan da calciatore, quindi anche l'ambiente a cui andava incontro. Ha avuto dalla sua parte la stampa e i tifosi, ma senza risultati tutto questo sarebbe caduto. I rossoneri con lui in panchina hanno passato anche momenti di difficoltà, ma adesso sono tornati a navigare in acque serene dopo aver passato il turno in Coppa Italia, vediamo contro la Roma cosa succederà. C'è da dire che il mercato invernale è stato di grande aiuto, con gli arrivi di Piatek e Paquetá, due calciatori in grado di fare la differenza in fase realizzativa”.

L'ambiente rossonero avrebbe preferito incontrare una Roma reduce dall'esonero di Di Francesco?
“Sicuramente questa Roma sulla carta appare fragile e vulnerabile, dopo quanto si è visto nella gara di Firenze. Ovviamente la tempistica non agevolava una scelta importante come può essere quella di un esonero, con lo scontro Champions alle porte. Personalmente nutro una grande stima nei confronti di Di Francesco, perché dov'è andato ha fatto bene. Tutti abbiamo in mente la perla della semifinale di Champions raggiunta lo scorso anno, dopo aver eliminato il Barcellona. Anche quest'anno si è battuto bene in un girone non semplice, in campionato ha centrato sempre la zona Champions, partendo dal presupposto che ogni anno la società gli smantella mezza squadra. Quest'estate la dirigenza gli ha portato via la colonna vertebrale della squadra, sfido chiunque a mantenere quei ritmi perdendo certi calciatori. Alcune manovre restano comunque giuste, come quella che ha portato a Roma Zaniolo, lasciando un Nainggolan deludente all'Inter. Secondo me alla Roma si fanno tante cose, molte di queste buone, altre meno. Si crea però così un vortice, in cui manca la presenza costante della società, perché con tutto il rispetto per Pallotta e le sue attività extra-calcistiche, il presidente americano dovrebbe essere più presente”.

Un giudizio sulla stagione di Cristante, calciatore con un passato nel Milan.
“Ai tempi del Milan, Cristante era chiuso da un giocatore come Pirlo. A mio avviso non era stata compresa fino in fondo la sua qualità, è stato ceduto per 6 milioni al Benfica. Il passaggio fondamentale per la sua carriera è stato quello a Bergamo, sotto la guida tecnica di un mago come Gasperini. C'è da dire che nell'Atalanta molti calciatori fanno bene, ma una volta spostati da lì non rendono come ci si aspetta, perché gli vengono a mancare determinate dinamiche tattiche, come la marcatura a uomo, ed una preparazione atletica importante, caratteristiche delle squadre allenate da Gasperini. Penso anche a due altri centrocampisti come Gagliardini e Kessié che hanno trovato e stanno trovando non poche difficoltà lontani da Bergamo”.

Passando al campo, Roma-Milan che gara sarà?
“I rossoneri giocheranno con i soliti: Donnarumma tra i pali, Calabria, Musacchio, Romagnoli e Rodriguez in difesa, centrocampo composto da Kessié, Bakayoko e Paquetá, in attacco Suso, Piatek e Calhanoglu. Da quando è arrivato il polacco, il Milan si affida ad una fase difensiva molto solida, per poi ripartire in contropiede affidandosi a RoboCop, come lo ha soprannominato Gattuso. Il centravanti rossonero può vantare velocità, forza, ma soprattutto una determinazione incredibile che mette su ogni palla. La retroguardia della Roma dovrà restare molto concentrata per far arrivare meno palloni possibili a Piatek. In generale, i giallorossi dovranno impostare la gara considerando la forza fisica degli uomini di Gattuso, sia in attacco che a centrocampo. Un punto debole del Milan fino ad ora è Calhanoglu, la scommessa più importante del tecnico che non riesce però a farlo rendere in modo importante e determinante”.