Balbo: "Mandai a quel paese Zeman. Con Aldair siamo veramente amici"
In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Abel Balbo è tornato a parlare della sua carriera alla Roma. L’ex attaccante, oggi 59enne, ha ricordato i suoi due periodi in giallorosso: dal 1993 al 1998 e poi dal 2000 al 2002, anni in cui ha lasciato un segno importante e ha contribuito alla conquista dello scudetto del 2001.
La sua fortuna. Trova Carletto Mazzone. E diventa “El Killer”.
«A Roma mettono sempre i soprannomi. Mazzone? Straordinario, Unico. Un padre. Saggio, umano, generoso. Ci siamo divertiti. Era un periodaccio, perdevamo, facevo fatica a fare gol. Un giorno mi dice “A bello, te devi dà ‘na svegliata”. E me la sono data».
Con Zeman andò peggio. Ma è vero che gli diede del laziale quando la sostituì?
«Questa è leggenda. Semplicemente lo mandai a quel paese. Ero capitano. Non volevo mandarlo via. Anzi suggerii al presidente Sensi di rinnovargli il contratto. Lo fece. Quando lo incontrai da avversario con la maglia del Parma sorridemmo e mi disse “perché sei andato via?”. Perché vinco, gli risposi».
Scudetto a Roma, coppa Uefa a Parma. A cosa tiene di più?
«Alle vittorie. Tutto quello che vinci è stupendo. Vincere è emozionante, anche lo scudetto con il Newell’s. A Roma l’anno dello scudetto del 2001 giocai poco, ma fu bellissimo. Grandi compagni. Beppe Giannini era un calciatore di alto livello».
Ha ancora amici nel calcio?
«Lo sa che quello più caro è brasiliano e non argentino? È Aldair. Che fa la spola tra Roma e il Brasile per occuparsi di questioni di calcio che ama. Ma non ha ancora imparato a parlare bene l’italiano e deve decidere cosa fare da grande. Naturalmente posso permettermi di scherzare: siamo veramente amici».
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