Come risponderanno i Friedkin alle parole di Mourinho? Il rinnovo è la soluzione più semplice
Quella di distogliere l'attenzione dalle cose negative è una delle skill principali di José Mourinho, vero e proprio maestro della comunicazione. Quella del suo rinnovo con la Roma, visto che lo Special One ha il contratto in scadenza a giugno, è diventata una telenovela a tutti gli effetti. Se dovessimo fare un paragone con le serie tv, nel post partita di un orrendo Bologna-Roma, perso dai giallorossi 2-0, è andata in scena l'episodio che in gergo si chiama season finale, ovvero sia la puntata finale di stagione, dall'epilogo spesso a sorpresa, che lascia tutti col fiato sospeso per mesi, in attesa di capire l'evolversi della storia. "Voglio continuare nella Roma. Se ci separeremo, non sarà per causa mia. Devo scegliere la mia vita prima di giugno". Questa la battuta a effetto di Mourinho che di fatto esce allo scoperto e mette con le spalle al muro, in un certo senso, la proprietà.
Ora tutta l'attenzione è rivolta alla proprietà. Che faranno i Friedkin? Si sa che il loro modus operandi è quello di agire più con fatti che con parole. A meno di clamorosi scenari è impensabile che rispondano alle parole di Mourinho con altre dichiarazioni. Le opzioni sono due: rinnovo o cambio di allenatore. Due opzioni che portano a due soluzioni e responsabilità diverse. L'opzione rinnovo è la più facile perché è palese come la piazza sia attaccata al tecnico portoghese, divenuto l'eroe con cui il tifoso si identifica nelle battaglie contro le istituzioni e perché comunque ha riportato la Roma ad alzare un trofeo.
L'opzione cambio di allenatore metterebbe a prescindere la società in una posizione scomoda: quella di aver tolto alla gente il proprio idolo e quindi, per placare l'inevitabile malumore, dovrebbe alzare ulteriormente l'asticella. Tutto potrebbe essere digerito meglio da un'eventuale stagione negativa, perché non arrivare di nuovo in Champions League, sarebbe la terza volta su tre con Mourinho (fondamentalmente chiamato con questo scopo), darebbe alla società un appiglio per voler cambiare direzione tecnica. C'è sempre un però. Come si può alzare l'asticella e passare da Mourinho a un profilo migliore per appeal mediatico e per blasone? Sappiamo perfettamente che qualsiasi top coach vuole investimenti nel calciomercato, cosa che la Roma non può per tutte le ragioni abbastanza note.
Da una parte è comprensibile il voler prendere più tempo possibile per prendere la decisione più corretta e giusta per la Roma (e non c'è solo il rinnovo di Mourinho in ballo, anche quello del GM Pinto), dall'altra parte, ovviamente c'è la volontà di sapere di che morte si deve morire, una sorta di quel "With or without you" cantato dagli U2. A questo punto l'incontro è inevitabile, così come arrivare alla soluzione dello stallo il prima possibile. I rischi sono quelli di vivere l'ennesima stagione da fine ciclo, anche se stavolta sarebbe solo tecnico.