Totti: "Nel mio ultimo anno di Roma sembrava che giocassi contro tutto". VIDEO!
Nuova intervista per Francesco Totti. L'ex capitano della Roma, dopo le parole nell'ultima settimana, è tornato a parlare a Supernova, il podcast di Alessandro Cattelan, insieme a Christian Vieri.
Sulla Nazionale.
"La nostra generazione era troppo forte, in Serie A ogni squadra aveva almeno uno due campioni, anche la squadra più debole. Adesso sembra che l'attaccante non sia più un problema per la Nazionale, spero che i talenti che stanno emergendo ora riescano a imporsi. In Nazionale quando ci ritrovavamo c'era una grande amicizia, anche se in campo la settimana prima eri avversario, quando ti rivedevi a Coverciano iniziava subito lo scherzo e la presa in giro, lo spogliatoio è ciò che manca di più quando smetti di giocare. Ricordo che una volta litigai con Nesta in un Milan-Roma ma pochi giorni dopo eravamo in Nazionale amici come sempre. C'era troppo rispetto tra di noi. Il mio idolo? Giannini".
Sulle proprietà straniere.
"Presidenti come Sensi e Moratti ci mettevano tutto, il cuore. Pensavano solo al bene della squadra e dei tifosi. Anche se compravano calciatori sbagliati, tutti erano contenti".
Sul VAR.
"Per me è una perdita di tempo. Fai goal e non sai se è valido, aspetti cinque minuti, nel frattempo fai un aperitivo e ancora controllano. Inzaghi col Var avrebbe fatto 50 gol e non 250, almeno la metà li ha fatti con la testa davanti (ride, ndr)".
Sulle nuove tecnologie.
"I telefoni di oggi e Instagram, ai nostri tempi, sarebbero stati pericolosi per tutti (ride, ndr).
Sull'ultimo anno alla Roma.
"A inizio anno mi dissero che avrei deciso io quando smettere, poi verso fine stagione mi dissero che sarebbe stato il mio ultimo derby. Qui in Italia appena arrivi a 36 o 37 anni per la gente non ti reggi più in piedi. Quel periodo in cui non stavo bene, non fisicamente ma con tutto il contesto, sembrava che io giocassi contro tutto. Ogni volta che giocavo, sembrava che facevo qualcosa in più. Vuoi la preparazione, vuoi la squadra, vuoi la mia bravura: ribaltavo sempre il risultato". Vieri aggiunge: "Uno come Totti se hai la fortuna di averlo non puoi permetterti di dirgli quando deve smettere. Deve essere lui a decidere, se vuole giocare fino a 45 anni allora lo fa. Uno come lui, con quella qualità, anche se fisicamente non è più pimpante come prima, farà sempre la differenza, anche a 50 anni, perché pensa diversamente dagli altri".
Sulla vita dopo il ritiro.
"Quando smetti è difficile, inizialmente ti butti sui figli, sulla famiglia, per cercare di recuperare il tempo perduto negli anni da calciatore. Il Padel oggi è un divertimento, è un ritrovo e un modo per tenerci in forma e sentire ancora quel pizzico di adrenalina. Noi giochiamo seriamente, anche se ci divertiamo e ci prendiamo in giro, però la prendiamo in modo serio e questo ci motiva ad allenarci, ad avere obiettivi. Poi è un modo per rivedere vecchi amici e sentire le sensazioni dello spogliatoio".
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