Tancredi: "Giocare in porta all'Olimpico non è semplice. Meret può essere un buon investimento"

27.05.2021 15:52 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Tancredi: "Giocare in porta all'Olimpico non è semplice. Meret può essere un buon investimento"
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Intervenuto sulle frequenze di TeleradiostereoFranco Tancredi, portiere del secondo Scudetto giallorosso, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

La Roma ha un problema portiere: tu al posto dei giallorossi cosa faresti?
"I portieri ti devono portare 12-13 punti e farti perdere al massimo un paio di partite. Da noi ci sono portieri molto interessanti, Cragno, Meret, Gollini, poi c'è Donnarumma che è un altro discorso. Con gli estremi difensori stranieri rimani in bilico, perché devi lavorarci subito, devi strutturarli, ci potrebbero essere problemi di comprensione. A me piace tanto Meret, può essere un buon investimento. È impossibile però che non si trovi un ragazzo pronto dalle giovanili, nei vivai ci devono essere i preparatori bravi, i migliori in circolazione".

Quali sono le qualità per essere un ottimo portiere della Roma?
"La maglia della Roma pesa, giocare all'Olimpico non è semplice. Il portiere della Roma deve essere importante, bisogna studiarlo dagli allenamenti, non fissarsi solo sugli interventi effettuati. Io andavo a vedere le partite dei portieri che seguivamo quando giocavano in trasferta, per notare il loro comportamento dopo un gol avversario. Di portieri ora ne servono due bravi, adesso non si sa mai cosa succede, perché le gare sono tante. Il terzo dovrebbe essere, invece, un giovane che fa la spola tra prima squadra e Primavera".

La Roma non dovrebbe tenere Savorani.
"Mourinho aveva il suo preparatore, poi quando andò a Manchester ne aveva un altro. I nostri preparatori sono i migliori, perché sono i più bravi a livello tecnico. Mi dispiace per Savorani, so come lavora, lo conosco bene, però quando arrivano nuovi allenatori dopo uno stagione deludente, è anche giusto che ci sia un cambiamento, nonostante ci possa capitare in mezzo uno che non c'entra nulla".

La difficoltà coi portieri cinesi?
"Quando andai ad allenare Buffon e poi Casillas, ero convinto che i problemi te li levassero. In Cina è stata un'esperienza bellissima, a Nanchino, il presidente era Suning, era una situazione particolari, perché potevano solo giocare i portieri cinesi. Mi sono emozionato, mi hanno fatto dei regali, avevo 4 ragazzi che erano migliorati tantissimi, ma lì ho dovuto ricominciare da zero, ma piano piano avevo il mio portiere che usciva senza paura e si andava a prendere il pallone sul dischetto. Ieri ad esempio, De Gea commette un errore sul gol degli spagnoli, perché prima voleva uscire e poi è tornato in porta: lui è un buon portiere, ma penso ci sia di meglio".

Le differenze tra Buffon e Casillas?
"Gigi è un fenomeno, il portiere più forte che abbia mai visto giocare, avrebbe meritato il Pallone d'Oro nel 2006, con tutto rispetto per Cannavaro. Iker, invece, era uno stakanovista, voleva allenarsi sempre, era fissato sulle uscite alte, forse perché era piccolino come me e faceva più fatica". 

I passaggi all'indietro?
"È giusto giocare dal basso, ma non deve essere un pericolo per la squadra".