Tacopina: "Sono sorpreso che la Roma non abbia vinto nulla negli ultimi 10 anni. Spero che il club venga ceduto ad un gruppo che possa riportarlo in alto"
Joseph Tacopina, ex vicepresidente e membro del CdA della Roma, è intervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo:
Tacopina, l’abbiamo contattata per parlare della situazione dell’AS Roma. Per alcuni anni è stato un importante manager del club: che ricordi ha di questa esperienza?
«È un legame ancora vivo, il mio sangue è giallorosso, la Roma è la squadra del mio cuore. Quando sono diventato il vicepresidente del club è stato uno dei giorni più belli della mia vita».
Parlando di Pallotta, il presidente non ha un grande rapporto con la tifoseria: cosa ha sbagliato? È ancora in contatto con James?
«Ricordo un momento di grande emozione, quando la Sud espose uno striscione per me, un qualcosa di talmente bello che fece piangere per la prima volta mio papà. La Roma non è solo una squadra di calcio da gestire, serve entrare in connessione con le persone, serve passione. Pallotta è un manager molto bravo, ha soldi, ma per occuparsi della Roma serve tempo, occorre passione per vincere questa sfida. Non basta venire a Roma una volta ogni due mesi, passare qui tre giorni e andare via. Serve tempo e passione».
In dieci anni di gestione americana non sono arrivati trofei
«È una cosa che mi uccide perché questo progetto l’ho iniziato io. Stavo lavorando per la Roma già nel 2008 con Soros e con Fiorentino di Unicredit. Poi ci siamo riusciti con Baldissoni e DiBenedetto nel 2011. Sono molto sorpreso che la Roma non abbia vinto nulla, mi fa stare male tutto questo. Il club ha speso tanto, ha avuto spesso squadre che costavano molto, al livello di una squadra da Champions League, per poi non vincere nemmeno un trofeo “Berlusconi” o una Coppa Italia, è incredibile tutto questo».
Sono giorni cruciali per la vendita della società: qual è la sua opinione?
«Spero che venga venduta ad un gruppo che possa riportare la Roma in alto, che possa tornare ad ambire di vincere lo scudetto e di essere competitiva per la Champions League. Qualora ci fosse l’opportunità, sarei onorato anche di ritornare per dare un contributo. Certo, il Covid ha influito sulla valutazione del club, che in questo periodo si è svalutato del 20-25%. Quello che Pallotta poteva chiedere a gennaio, non potrà incassare ora».
Conosce Friedkin e il suo gruppo? Potrebbe essere un buon proprietario per la Roma?
«Non entro nel merito per rispetto dei tifosi e dei protagonisti della vicenda. Ci sono passato, conosco la passione della gente e l’interesse della stampa romana. Per una volta nella mia vita dico a me stesso: “Stai zitto”».
Lei è anche il legale di Chico Forti, sappiamo che è una situazione davvero delicata, ma cosa può dirci al riguardo?
«Sono 7 anni che mi batto per Chico. In queste ore sono tornato in Italia, perché ho avuto un incontro col ministro degli esteri Di Maio per affrontare la questione. Ogni giorno che passa, facciamo un enorme torto alla giustizia. Vi prometto che presto Chico sarà in Italia, ma non per scontare la propria condanna in un carcere a Trento, ma per tornare da uomo libero dalla sua famiglia».