Perrotta: "Spalletti mi impedì di lasciare la Roma e cambiò tutto"

Passato, presente e futuro. Simone Perrotta racconta la sua carriera a Il Fatto Quotidiano. Una lunga intervista che attraversa tutte le tappe dell'ex centrocampista, tra club e Nazionale. Compresa, ovviamente, la Roma. Questo un estratto delle sue parole:
Un esempio di allenatore intelligente?
«Dopo una festa di carnevale, durata fino a notte tarda, arriviamo al campo in condizioni pessime. Ranieri ci vede, capisce, alleggerisce il programma e ci manda via».
Quali sono stati i suoi momenti più difficili?
«Il primo anno alla Roma: ogni volta che prendevo la palla, erano fischi; se c'era una contestazione, quando uscivo da Trigoria la mia macchina ballava».
Ha avuto paura?
«No, ma all'inizio del secondo anno, in ritiro, c'erano i tifosi che urlavano "te ne devi anda". Raggiungo Spalletti per chiedere di essere ceduto. "Mettiti l'anima in pace, no". In quella fase Spalletti era in crisi, la società gli aveva dato dieci giorni. Arriviamo a Genova, contro la Sampdoria, e mi cambia posizione. Andò benissimo».
Totti era ingombrante?
«Cosa? Francesco era un punto di riferimento, poi in tutte le occasioni extra-campo lo mandavamo avanti: "Tanto vogliono solo te". E noi ci davamo di lato».
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 20/2010 del 11/11/2010
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale: Alessandro Carducci
© 2025 vocegiallorossa.it - Tutti i diritti riservati
