Taddei: "Rios è un top player ed è pronto per l'Europa. Ricorda Lamela"

Rodrigo Taddei, ex centrocampista della Roma, ha rilasciato una lunga intervista a Radio Manà Manà Sport. Ecco le sue parole:
Che cosa rappresenta il Palmeiras per te?
"Mi ha dato la possibilità di diventare un calciatore, sono entrato lì che avevo 11 anni. È una squadra italo-brasiliana, ho grande rispetto e amore per questo team che mi ha dato tutto".
Hai cominciato dal calcetto pure tu?
"Sì, avevo quattro anni. All'inizio si giocava molto prima, ora i ragazzi giocano meno tornei. Ho iniziato presto a calcio a 5 e a otto anni ho iniziato a 11. Ho abbandonato il futsal quando ho firmato il mio primo contratto a 16 anni, all'epoca c'era Scolari in panchina".
Tu eri uno che faceva tunnel di suola, l'aurelio... Vengono dal futsal?
"Sì, è difficile riproporre la suola nel calcio a 11 visti i tacchetti e i palloni. E infatti quando questi gesti tecnici escono fuori succede il finimondo, come quando feci un tunnel ad Abidal al Lione".
Che pensi di Rios?
"Giocatore impressionante. Stiamo parlando di un top player: finalizza, ha cattiveria da sudamericano e gioca con una velocità di pensiero pazzesca. Ha un grande attaccamento, è un centrocampista di qualità imbarazzante. È in Brasile perché i prezzi sono cresciuti anche lì, hanno strutture solide, il Brasile ha vinto 10 tornei internazionali negli ultimi anni. Rios ha 25 anni ed è un top player".
Come verrebbe visto un suo addio?
"I tifosi si dispererebbero, manchererebbe molto ai tifosi del Palmeiras. Questo dimostra che è un giocatore forte, sapevamo che dopo questo Mondiale sarebbe andato via".
Che ne pensi di Ancelotti al Brasile?
"Qualcuno ha accettato e altri no. C'è divisione, ma solo il risultato potrà dimostrare la bontà della scelta. Noi romani (ride, ndr) e brasiliani lo conosciamo, se i risultati vengono sarà più facile".
Tornando su Rios, secondo te è pronto per l'Europa?
"Secondo me oggi come oggi è pronto, una volta era più difficile ambientarsi ma ora ci si conosce di più, ci sono migliori reti sociali. Rispetto a prima i sudamericani conoscono di più l'Europa, non penso avrà problemi".
Per chi non lo ha mai visto, a quale europeo può assomigliare a livello di caratteristiche?
"Per stop e capacità di portare la palla sembra Lamela, ma con una velocità due volte superiore. Me lo ricorda molto per lo stop di pianta, ma ha più velocità e cattiveria nel prendere il pallone. Può diventare un grande giocatore in Europa".
Si parla di cifre importanti anche per Wesley, è cambiata la situazione là.
"Palmeiras e Flamengo hanno una grande struttura e non gli mancano i soldi. E difficile portare via i giocatori lì. Wesley è interessante, sta facendo bene in campionato ed è nel giro del Brasile".
Che ne pensi di Gasperini?
"Ha dimostrato di essere un grande allenatore, può fare grandi cose. Speriamo possa fare bene anche qui".
Un calciatore può avere paura di allenamenti pesanti?
"È una cosa personale, a me piace stare in campo, giocare a calcio o footvolley con gli amici. Ora c'è più dispersione con cellulari e social, ma non esiste squadra che non provi a farti migliorare. C'è più fisico e per questo viene seguito dagli specialisti, qui al Palmeiras se non ti puoi allenare otto ore fai un altro tipo di allenamento e sei sempre monitorato. C'è più attenzione per non farti infortunare, prima dopo l'allenamento si calciava di più. La qualità è scesa ma c'è fisico e velocità".
Si parla spesso dei ritiri a Trigoria, tu l'hai fatto una volta. Può influire sulla preparazione?
"Non credo ci sia un grande vantaggio, fa molto caldo. Ora sarebbe meno faticoso ma il caldo c'è sempre, non c'è cambio di ossigeno. Per fare il doppio allenamento non c'è svantaggio, posso sbagliare perché non sono esperto ma non vedo vantaggi".
Se tornassi calciatore, preferisti una squadra forte o un grande club?
"Per fare la prima serve la seconda, ma da calciatore voglio sempre vincere. Quindi scelgo la squadra forte".
Nel finale di carriera hai fatto il centrale di centrocampo?
"Sì, in Brasile avevo iniziato in quel ruolo. Garcia mi ha rimesso in quel ruolo, ne ho fatti molti e addirittura il centravanti ad Udine una volta. Il mister mi ha messo lì perché De Rossi e Strootman avevano problemi".
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