Pau Lopez: "Speriamo che queste ultime dodici partite ci portino al risultato che vogliamo ottenere. Sono arrivato a Roma senza sapere una parola in italiano"

11.06.2020 08:21 di  Danilo Budite  Twitter:    vedi letture
Pau Lopez: "Speriamo che queste ultime dodici partite ci portino al risultato che vogliamo ottenere. Sono arrivato a Roma senza sapere una parola in italiano"
Vocegiallorossa.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Pau Lopez è stato protagonista ieri di una diretta Instagram col canale bcnbest.

Come va il polso?
"Un po' meglio, all'inizio muovere la mano era un po' complicato, ora va meglio. Ci vuole un po' di pazienza".

Cosa cambia col ritorno in campo?
"La Roma ci ha mandato un piano da seguire, tutti i giorni avevamo qualcosa da fare".

La quarantena?
"Il fatto di non sapere quando si poteva tornare a giocare era la cosa più dura".

Come ti allenavi?
"Abbiamo un preparatore fisico specifico per i portieri. Lavoravamo un po' sulla forza, facevamo un po' di allenamento aerobico".

Come hai iniziato a fare il portiere?
"Mio padre faceva il portiere nella squadra del quartiere dove vivevamo e ho deciso di farlo anche io. Prima non mi piaceva come mi piace ora. Ho fatto anche basket a scuola per un periodo ma poi sono tornato al calcio e alla porta e ci sono rimasto fino ad oggi".

L'Espanyol?
"È un cambiamento molto grande, per la mia vita ma anche per la mia famiglia. Mi veniva a prendere un taxi a scuola, mi portava agli allenamenti e poi tornavo a casa tardissimo. Mio padre il fine settimana mi accompagnava alle partite per tutta la Catalogna. È stata però una bella esperienza, sono cose che vanno fatte, mi divertivo".

Il passaggio in prima squadra?
"Ero molto tranquillo, non avevo la pressione di giocare ogni settimana visto che il primo era Kiko Casilla. Poi dopo la sua partenza è arrivata quella pressione, ma fa parte del calcio. Un portiere deve stare tranquillo, deve controllare le emozioni, deve essere sempre pronto mentalmente".

La Roma?
"Non avevo intenzione al momento di andare via dal Betis, la mia famiglia stava benissimo a Siviglia e anche io. Poi però è arrivata la Roma e ho avuto l'opportunità di giocare in un club storico che va sempre in Champions, era difficile dire no. C’erano molti soldi in ballo ed è stata un’ottima operazione anche per il Betis. Non potevo dire no. I tifosi e i compagni mi hanno trattato benissimo. Ci sono giocatori come Dzeko, Pastore, Fazio e Kolarov, è una grande cosa dividere lo spogliatoio con loro.

L'italiano?
"Sono arrivato a Roma senza sapere una parola di italiano, ma non ho grandi problemi a imparare le lingue e piano piano parlando col traduttore della Roma, che conosce 8 lingue, sono migliorato".

Un messaggio ai tifosi giallorossi?
"Speriamo che queste ultime dodici partite ci portino al risultato che vogliamo ottenere".