Osvaldo: "La nazionale è un sogno per me, mi sento italiano. Derby? Ora non ne parlo"

09.10.2011 14:18 di  Simone Francioli   vedi letture
Fonte: fiorentinanews.com - calciomercato.it
Osvaldo: "La nazionale è un sogno per me, mi sento italiano. Derby? Ora non ne parlo"
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Daniel Pablo Osvaldo, convocato per la prima volta nella nazionale italiana maggiore grazie alla chiamata di Cesare Prandelli, è stato protagonista della conferenza stampa odierna tenutasi a Coverciano, dove gli azzurri si stanno preparando per l'ultimo impegno delle qualificazioni contro l'Irlanda del Nord. L'attaccante giallorosso ha parlato delle sue sensazioni nel far parte della squadra italiana: "Io mi sento italiano, i miei figli sono italiani. L'inno? Al contrario di Camoranesi se giocherò lo canterò. Se punto all'Europeo? E' presto per dirlo, per me è già un sogno essere qui. Mi guardo attorno e ancora non ci credo. Nel 2006, ho seguito la vittoria azzurra con la mia famiglia proprio in Argentina. Sono stato felice. Le parole di Prandelli? Fa piacere che il mister parli bene di me, però vediamo più avanti, perché sono felice, per ora, di essere qui per la prima volta. Se mi danno la possibilità di giocare, spero di dare il mio contributo. Ora sono cresciuto, sono maturato e riesco a capire meglio le situazioni. Nel gioco non sono cambiato molto, se non migliorare grazie alla continuità. Però non è che prima ero egoista. Se l’allenatore della Nazionale mi ha chiamato, non credo sia stata una scelta a caso. In questo caso, sì, è stata un’emergenza, perché aveva convocato altri giocatori che si sono fatti male.

Però è un buon segnale. Che cos’ho in più rispetto agli altri? Non lo so, lavorerò duro per cercare di convincere il mister a convocarmi anche altre volte. Ma ora mi voglio godere questi giorni. Sono arrivato qua da quattro giorni, ancora non ho giocato neanche un minuto. Il mio modo di esultare? E’ chiaro, in onore di Bati. Oggi mi piace molto Higuaín. Derby? Ora non ne parlo. Parlerò da domenica". Infine una battuta sui suoi allenatori "italiani": "Con Zeman ho imparato tantissimo. A Lecce ricordo quando mi insegnava i movimenti in attacco. Lo ricorderò sempre. Dopo, Prandelli. Sono i due che in Italia mi hanno insegnato di più".