Montella: "Con la Roma potevamo vincere di più. Celik serve sempre in uno spogliatoio"
Vincenzo Montella è stato ospite di Viva el Futbol con Adani, Ventola e Cassano e ha raccontato alcuni aneddoti legati alla sua lunga permanenza in giallorosso da calciatore dal 1999 al 2009. Ecco alcune delle sue dichiarazioni.
Sull'arrivo di Cassano.
«Lui arrivò dopo che avevamo vinto lo scudetto, eravamo in ritiro. Io, insieme ad altri due o tre, avevo la camera singola. Quindi, dopo il ritiro, torniamo a Trigoria e avevo la camera singola. Viene un dirigente — Tonino Tempestilli — da me e dice: “Guarda, Vincenzo, per favore, non lo vuole nessuno. Lo puoi prendere tu?”. Ma ero abituato a stare da solo e alla fine mi feci convincere. Guardava sport fino alle tre, quattro: basket NBA, football, qualsiasi cosa, ad alto volume. Ovviamente non dormivo. Io ho la mia camera, me l’ero allestita: il mio materasso, i miei cuscini, il mio stereo, il mio televisore, qualsiasi cosa. Alla fine non ce la feci più: gli lasciai la mia camera e me ne andai a dormire nella camera dei ragazzini della Primavera, di fronte».
Sullo scherzo al medico della Roma.
«Una notte facemmo uno scherzo al dottore: io finsi la febbre, lo chiamarono d’urgenza. Arrivò in camera in mutande, noi (io a Cassano, ndr) aprimmo il balcone e lo chiudemmo fuori. Faceva freddo. Capello passò nel corridoio, sentì rumori, entrò e trovò il dottore sul balcone in mutande… lo cacciò via furioso. Dopo due giorni siamo andati noi a spiegare che era uno scherzo, e lo “salvammo”».
Sulle mancate vittorie.
«Secondo me potevamo vincere altri due scudetti. Avevamo una squadra incredibile, gli altri erano in transizione.. Potevamo vincere ancora perché eravamo più forti, nel 2002 perdemmo per pochi punti. Avevamo un attacco incredibile, c'era anche Balbo nel 2001».
Sull'ultimo rinnovo di contratto.
«Eravamo a scadenza, stavamo andando male, ero capocannoniere. Io e Totti firmammo, Cassano si sentiva un fenomeno e tirava la corda. Io firmai perché volevo rimanere, poi mi seguì Totti. Cassano andava a trattare dal presidente Sensi indossando solo le mutande, nella migliore delle ipotesi».
Su Celik, allenato in nazionale.
«Perfetto per qualsiasi allenatore: professionale, affidabile, fa il suo compito ovunque giochi. In uno spogliatoio serve sempre».
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