Alicicco: "Eriksen di nuovo in campo? Dipende dal protocollo italiano"
L'ex medico sociale della Roma Ernesto Alicicco ha rilasciato un'intervista a "Bar Forza Lupi", trasmissione in onda su Centro Suono Sport. Queste uno stralcio delle sue parole:
Ci può spiegare cos’è successo a Eriksen?
“L’intervento effettuato in maniera repentina ti salva la vita. A Eriksen è andata bene perché è stato soccorso bene, l’uomo è una sorta di macchina e l’atleta è una macchina da competizione, quindi servono meccanici da competizione”.
I mezzi odierni hanno aiutato?
“Il defibrillatore aiuta, ma se dovesse mancare occorre fare il massaggio cardiaco e uno in grado di saperlo fare”.
Il medico della Danimarca ha detto “Eriksen era praticamente morto”…
“Fortunatamente, il cuore di Eriksen era ancora in buone condizioni e, con un immediato soccorso, sono riusciti a farlo ripartire. Non credo che Eriksen abbia avuto un trauma precedente”.
Perché non si riescono a prevedere questi eventi?
“Le cause non sono legate a malformazioni, può darsi che troppo stress o troppa adrenalina abbia portato all’arresto cardiaco. Quando ci fu il fatto di Manfredonia, c’è stato un blocco dovuto dal freddo c’erano 9 gradi sotto zero. In Italia siamo molto avanti rispetto all’estero, io che lavoro spesso con l’Albania ti posso dire che non sanno cosa significhi l’abilitazione calcistica”.
Eriksen potrà tornare a giocare?
“Dobbiamo vedere la causa e vedere se il protocollo in cui gioca Eriksen, cioè l’Italia, stabilisca che possa rientrare. Spero possa tornare in campo”.
Totti aveva la capacità di recuperare presto dagli infortuni: perché?
“Alcuni atleti sono fuori dalla norma, se sei un atleta sano come lo era Francesco, al 100% in caso di problemi recuperi prima. Molto fa anche il cervello, se mi fossilizzo su un problema ci metto di più a guarire”.