Fumogeno a Roma-Sassuolo, revocato l'obbligo di firma per il tifoso giallorosso. Il Gip sconfessa la Questura. Contucci a VG: "Presa la decisione giusta". FOTO!
È stato revocato l'obbligo di firma (per il daspo servirà un passaggio al Tar) per il tifoso che, in occasione di Roma-Sassuolo, aveva acceso un fumogeno nei pressi dello stadio Olimpico. La vicenda è nota: la Curva Sud, contestando i provvedimenti della Prefettura in merito alla divisione della Curva, non era entrata per vedere la partita, restando all'esterno dell'impianto sportivo per protestare pacificamente. Il GIP Alessandro Arturi ha respinto l'istanza di convalida del provvedimento: “Una ricostruzione obiettiva degli elementi fattuali ricavabili dalle relazioni di P.G. non consente di riscontrare […] i motivi di allarme enfatizzati nel provvedimento sanzionatorio e quelle connotazioni di marcata pericolosità per l'ordine pubblico – scrive il magistrato -, ingiustamente addebitate ad una pur estemporanea manifestazione di protesta, che, al di là di un corale e chiassoso atteggiamento oppositivo, non risulta essere mai trasmodata in iniziative potenzialmente lesive per l'incolumità dei presenti, fatta eccezione per il temporaneo fastidio prodotto dalle emissioni di fumo”.
Per il giudice la protesta è stata assolutamente pacifica “allo scopo di esprimere simbolicamente la propria posizione critica avverso un pacchetto di misure preventive che, comportando la creazione di barriere all'interno dello spazio da sempre, unitariamente e tradizionalmente, condiviso dalle frange più appassionate di sostenitori capitolini, è avvertito, non soltanto da c.d. ambienti ultras, ma anche da consistenti settori della società civile, come pesantemente discriminatorio ed immotivatamente punitivo, specie nei confronti degli spettatori che si sono premuniti, affrontando la relativa spesa, dell'abbonamento annuale per assistere alle partite casalinghe delle postazioni destinate ad essere materialmente soppresse all'esito della realizzazione delle strutture divisorie”.
Il GIP ipotizza inoltre che la Questura non ponga l'accento “tanto sulle modalità concrete di svolgimento della protesta, siccome eversive dei valori di legalità e di pacifica convivenza, quanto sulla esistenza stessa di posizioni di dissenso apertamente manifestate da una parte della tifoseria, con l'appoggio e il conforto, peraltro, di vasti settori dell'opinione pubblica e degli organi di informazione e ritenute in sé e per sé meritevoli di severa repressione, in specie per la dimostrata capacità di contagio”.
Parole dure quelle del GIP, che non possono ovviamente non trovare d'accordo l'avvocato Lorenzo Contucci, che ha seguito personalmente la vicenda: “Finalmente la situazione è stata inquadrata correttamente e a dire certe cose non è più solo un avvocato, non sono più i tifosi, ma un magistrato, che ha preso la decisione giusta. La parte più significativa del provvedimento è quella dove viene scritto di come le forze dell'ordine fossero contrarie all'esistenza stessa di una protesta, non alle sue modalità, e questo non è accettabile in un Paese civile”.
I tifosi ottengono così una prima, significativa, vittoria.
Queste le parole rilasciate oggi dall'avvocato Contucci all'emittente radiofonica Centro Suono Sport: "L'ordinanza di ieri è una lezione di democrazia. Indica la strada da seguire nel rapporto con i cittadini. E' in atto un'azione troppo veemente nei confronti dei tifosi; e lo dice un Giudice, non un Ultrà. Ciò che si vuole criminalizzare e reprimere è lo stesso dissenso. E fare questo non è democratico. I passaggi che mi hanno colpito nella motivazione: non c'è mai stato il motivo di allarme... visto che il provvedimento parlava di allarme per l'ordine pubblico. E poi, le censure del Questore sono riferire a manifestazioni di dissenso che possano contagiare altri tifosi. Anche se dissenso civile, anche se composto. E' un'ordinanza. Quindi ora può essere utile in casi simili. Ed è un segnale molto importante che ha una rilevanza mediatica. Anche perché il Giudice è sopra la Questura. Se non ratifica ciò che fa la Questura è una notizia. E' la politica che adesso deve fare la sua parte. Un input ora può arrivare solo dall'alto. Se qualche parlamentare si svegliasse ... le cose potrebbero cambiare. La normativa che è stata varata dal Governo in proposito probabilmente è anticostituzionale quindi ci rivolgeremo al TAR".