ESCLUSIVA VG - D'Agostino: "Di Francesco? Mi auguro che riesca a gestire la piazza romana. L'addio di Totti? Ho pianto. È l'ultima bandiera del calcio italiano"

01.06.2017 12:17 di  Simone Ducci  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Simone Ducci
ESCLUSIVA VG - D'Agostino: "Di Francesco? Mi auguro che riesca a gestire la piazza romana. L'addio di Totti? Ho pianto. È l'ultima bandiera del calcio italiano"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

L'ex centrocampista della Roma Gaetano D'Agostino ha parlato ai nostri microfoni di alcune dinamiche relative alla sua ex squadra.

Che voto darebbe alla stagione della Roma, anche in relazione agli impegni europei?
“Visti tutti i problemi, tutti i discorsi dell’anno, alcune chiacchiere evitabili. La stagione in campionato è stata una bellissima stagione in campionato per cui il mio voto è 9, sarebbe stato 10 con lo scudetto. Nelle coppe poteva andare meglio visto che aveva tutte le carte in regola per andare bene. Non mi piace dare i voti ma se proprio devo darlo allora è 6,5”.

Che ne pensa di Di Francesco? Potrebbe fare bene o è un passo indietro?
“Non bisogna vedere il nome per poter portare entusiasmo. Da lui mi aspetto una preparazione tecnico-tattica che lui ha perché lo ha dimostrato con il Sassuolo. Bisogna vedere il mister come riuscirà a sopportare le pressioni di Roma. Da allenatore è un’altra cosa. Io spero che possa avere la pazienza e la tenacia per affrontare una piazza come Roma, visto che ci ho giocato e ho imparato molto da lui”.

Lei confermerebbe Gerson e Grenier per la prossima stagione?
“Tutto dipende dall’allenatore che verrà, se sarà Di Francesco lui saprà a chi affidarsi visto che adopera quasi sempre il 4-3-3. Non si può dare un giudizio su di loro visto che hanno giocato poco. Gerson, in cui ho visto delle qualità, secondo me ha bisogno di un anno in una società di Serie A più tranquilla per potersi esprimere al meglio. Poi ho sentito dire, e non so se è una verità, che il brasiliano è una delle richieste di Spalletti all’Inter. Questo mi ha fatto riflettere perché mi suona strano visto che in campo quest’anno non si sia visto. Il consiglio che darei a Gerson sarebbe quello di non passare, eventualmente, dalla Roma all’Inter perché lì troverebbe ancora meno spazio, visto che è un club che vuole investire. Qualche qualità ce l’ha ma in Brasile o sei Maicon, Robinho o Ronaldinho, che puoi giocare ovunque nel mondo, oppure devi saperti formare caratterialmente”.

I rinnovi di Strootman e De Rossi possono essere un punto da cui ripartire per la prossima stagione?
“Credo che sia stato un segnale importante da parte della società e per i calciatori. Il club ha fatto capire di non voler smantellare la squadra mentre per i calciatori il segnale è che entrambi vogliono e tengono a rimanere a Roma per portare qualche trofeo. Il segnale è utile anche alla piazza per gli stessi motivi”.

Cosa manca alla Roma per colmare il gap con la Juventus?
“Non sono tanti i punti di differenza: 87 contro i 91. Sta di fatto, però, che la Juve ha vinto lo scudetto e ha raggiunto l’obiettivo. Per loro è la storia che parla, sono la squadra più titolata assieme al Milan. La Juve, dopo la Serie B, è voluta ripartite. Ha una mentalità vincente. Alla Roma non manca tantissimo se si parla di punti. Bisogna migliorarsi anno dopo anno con innesti e giovani importanti. Bisogna avere la pazienza di programmare e non programmare di anno in anno. Io spero che la Roma con Di Francesco e Monchi possa ripartire da una buona base per poter stare sempre lì. Le due milanesi e il Napoli si rafforzeranno e la lotta si allargherà perlomeno a cinque nella prossima stagione”.

Un commento sull’addio di Totti.
“Ho pianto come un bambino e non me ne vergogno. Solo chi ama questo sport ama vedere lo spettacolo che ti regala. Io sono a favore del calcio perché ci ho sempre giocato. Come ho già detto, anche il peggior nemico di Totti si sarebbe emozionato a livello emotivo e di storia. È l’ultima bandiera del calcio italiano. Gli unici sono De Rossi e forse, in futuro, Florenzi che ricoprono, però, ruoli meno spettacolari. È andato via il calciatore di classe italiano che ha segnato il calcio negli ultimi 30 anni. Non ci sono più i punti di riferimento come lui, Maldini e Del Piero. Ora si va verso il commercio nel senso che i giocatori non riescono a rimanere molto in una stessa squadra. Mancando i punti di riferimento spero si possa programmare e cominciare un’altra era nel calcio nel far crescere i giovani interessanti e importanti per ritornare ai massimi livelli. Il calcio spagnolo, tedesco e inglese già si stanno muovendo in tal senso”.