Tra le attenuanti e la nostalgia di una Roma che non c'è più
Con un secco 0-3 l'Inter espugna l'Olimpico. Un non match chiuso mentalmente dal gol Olimpico di Çalhanoğlu (papera di Rui Patricio) al minuto 15. Diamo subito le attenuanti del caso a una Roma ricca di assenze: El Shaarawy, Karsdorp, Pellegrini, Abraham. Poi c'è la riflessione più generale su quella che è la situazione attuale della squadra. Ha fatto strano e ha dato uno spunto di riflessione vedere Edin Dzeko con la maglia dell'Inter. Sia per per il passato del bosniaco con la Roma, sia per il fatto che, parola di Mourinho, il cigno di Sarajevo sarebbe dovuto essere il nove della squadra anche per questa stagione. Invece, l'età avanzata, l'ennesimo anno zero/di transizione, un bilancio poco roseo, ha fatto sì che alla qualità tecnica sia prevalso l'aspetto economico. Nessuna colpa alla società, l'operazione era di quelle irrinunciabili.
L'altra riflessione è ovviamente la presenza di Totti allo stadio. C'era una volta la Roma di Totti, la Roma zeppa di campioni per cui Totti a un'età avanzata non trovava più spazio e c'è la Roma attuale. Una squadra con poca qualità tecnica, senza un vero campione. Segno evidente del ridimensionamento che ha avuto la società dalla sefiminale di Champions contro il Liverpool.
Non si può biasimare Mourinho quando dice che L'Inter sia più forte di una Roma al top, figuriamoci di una squadra rimaneggiata. C'è però modo e modo di affrontare le partite. Come nelle situazioni di difficoltà non basta mettere più punte possibili per recuperare il risultato, contro l'Inter non basta mettere tutti i difensori possibili in rosa per arginare il miglior attacco del campionato. Specie se il reparto è pieno di giocatori che sistematicamente commettono gli stessi errori individuali.
Quello che ne esce fuori è una gara in cui i tifosi dell'Inter fanno gli olé ai giocatori della Roma già nel primo tempo. Il problema, come detto, non è la sconfitta contro una big, visto che la Roma delle ultime stagioni non ci ha vinto praticamente mai. Semmai questa tattica mediatica di spostare sempre l'attenzione sempre sulle cause esterne e mai sugli errori propri non sta portando ai miglioramenti sperati. Giovedì c'è la Conference League dove, a meno di risultati clamorosi la squadra è arrivata dietro al Bodø/Glimt, lunedì serviranno tre punti contro lo Spezia perché con i risultati ultimi che vedono 4 sconfitte nelle ultime 6 gare di campionato, anche l'Europa League potrebbe essere un traguardo complicato da raggiungere.