Succede anche con Mourinho
“Con un allenatore come Mourinho non sarebbe successo”: magari si può cambiare il nome all’interno della frase, ma è comunque un refrain che abbiamo sentito a commento delle varie eliminazioni precoci della Roma dalla Coppa Italia delle ultime stagioni, quando il trofeo nazionale è sempre stato considerato (chissà perché, a questo punto) la strada più breve per arrivare a un trionfo, sistematicamente sbarrata da questa o da quell’altra cosa.
La verità, comprovata dall’inaspettato KO di questa sera contro la Cremonese (ultima in classifica con 0 vittorie in campionato e che prima di questa partita aveva vinto in stagione nei 90 minuti solo contro la Ternana) è che queste cose succedono anche con Mourinho, perché disattenzione, sciatteria e, chissà, scarsa motivazione (a sua volta, decisamente immotivata) non hanno un nome e un cognome, ma sono tarli che si ripresentano puntuali in qualunque situazione e con qualunque tecnico. Certo, poi si può anche discutere di una serie di rotazioni che, proprio per come si era andato a configurare il tabellone di questa competizione, non avevano granché senso di esistere, visto che il prossimo avversario è l’Empoli e che poi ci sarà una settimana priva di impegni al di fuori del weekend.
Ma è pur vero che se l’intensità individuale e la qualità collettiva sono state queste, lo sarebbero probabilmente state anche con qualche titolare in più in campo dal primo minuto, con possibili conseguenze identiche. Fino al 2-0 di inizio secondo tempo, la creazione offensiva dei giallorossi si è fermata al tiro al volo di Tahirovic, in una situazione non dissimile da quella del gol di Napoli e dunque magari anche studiata, ma poi non replicata o associata ad altre di eguale pericolosità: troppo poco in una partita che non aveva appello e che era un’occasione da sfruttare in ogni modo per dare slancio a una seconda parte di stagione, da trascorrere inseguendo un obiettivo tangibile.
Da sabato, invece, si ricomincia in una corsa Champions che rischia di essere ancora più logorante, tra le tossine di questa amara eliminazione, quelle del caso Zaniolo che è lungi dall’essere concluso e quelle, comunque meno inattese, di un’Europa League che si spera possa occupare tanti giovedì ma che finirà, in quel caso, per levare inevitabilmente benzina a una squadra che oggi poteva fare il pieno, e che invece rimarrà con un serbatoio da riempire in altro modo e in altri momenti. Succede. Anche con Mourinho.