Rocchi ha seminato il caos. Doveva essere la settimana della verità: Roma al tavolo con le grandi

05.10.2014 22:19 di Alessandro Carducci Twitter:    vedi letture
Rocchi ha seminato il caos. Doveva essere la settimana della verità: Roma al tavolo con le grandi

Doveva essere la settimana della verità: dopo le due ostiche trasferte di Manchester e Torino il campo ha chiaramente detto che la Roma può sedersi a banchettare con le grandi. Con gli stessi diritti, gli stessi doveri e le stesse pretese. Per due volte, in trasferta, si è trovata sotto su rigore ma, anziché sgretolarsi come sarebbe accaduto in passato, è andata caparbiamente a cercare, e a trovare, il pareggio. In entrambe le occasioni, dopo il pareggio non si è accontentata ma ha continuato a mordere avidamente le caviglie dell'avversario cercando ancora il gol. La mentalità è cambiata e questo è un passo epocale. Per anni abbiamo visto una squadra magari a tratti fragile, insicura, foglia al vento pronta a volar via e scomparire. Oggi vediamo una squadra che ha fiducia in se stessa, che gioca con la stessa cattiveria sia in casa con il Cagliari, sia all'Etihad Stadium e sia in casa della Juventus. Con rispetto e intelligenza ma senza timore.

JUVENTUS-ROMA - Le similitudini tra le due gare finiscono qui: a Torino la partita è stata sicuramente falsata dal caos perpetuato da Rocchi per tutto l'incontro. Juve-Roma non è mai facile da arbitrare ma se su tre gol realizzati neanche uno è chiaramente regolare è difficile fare una disamina lucida. Il fischietto toscano ha perso l'incontro dopo una ventina di minuti. Ha avuto la sfortuna di dover giudicare parecchi episodi al limite ma è riuscito a sbagliarli praticamente tutti. Era probabilmente più rigore su Marchisio, ad inizio gara, che gli altri due rigori dati alla squadra di Allegri.

IL NERVOSISMO DELLA JUVE - Rocchi si è preso tutta la scena e così nessuno ha sottolineato una cosa importante: la paura, il nervosismo della Juve, dopo il pareggio di Totti. Gli scorsi anni i torinesi avevano sempre passeggiato in casa contro la Roma. Non questa sera. Non stavolta. La Roma dopo il gol non si è sciolta e liquefatta ma ha reagito da grande squadra, trovando prima il pareggio e poi il gol del vantaggio. Addirittura, Gervinho avrebbe potuto anche segnare il 3-1 e lì sarebbe cambiata tutta la storia della partita. La Juve ha avuto paura, pareggiando poi con un rigore diversamente lecito. Nella ripresa, un'occasione per parte: prima Pjanic e poi la traversa di Morata, fino ad arrivare al gol di Bonucci. Il rammarico è giusto. La rabbia sacrosanta e questi sentimenti dovranno spingere e motivare ancor di più i giocatori ma, passato il polverone sollevato dall'arbitraggio, dovrà rimanere la prestazione da grande squadra. Dovrà rimanere la reazione dopo il primo rigore, dovrà rimanere la fiducia nei propri mezzi, dovrà rimanere la forza con la quale la Roma si è spinta in avanti, dovrà rimanere la caparbietà con la quale dopo il pareggio i giocatori hanno trovato il 2-1 e sfiorato il 3-1. Si sarebbe parlato di impresa e di Roma trionfale ma il calcio è così. Rimangono quindi rabbia e tristezza ma la Roma è una grande squadra. L'ha dimostrato all'Etihad e a Torino, giocando con le spalle larghe contro squadre considerate nel recente passato irraggiungibili. Fino a oggi.