Oltre ogni alibi

02.03.2020 10:23 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Oltre ogni alibi

Nella fiera dell’assurdo che si sta dimostrando per l’ennesima volta il campionato di Serie A, la Roma era chiamata per l’altrettanto ennesima volta a una doppia trasferta a meno di settantadue ore di distanza l’una dall’altra: guai a sottolinearlo, perché il rischio di fornire alibi agli eterni imputati dell’eterno tribunale che è la Roma era troppo alto. Così come era un alibi il (non) fallo su Pisacane della partita dell’Olimpico, con lo scontro con Olsen, ironia della sorte, replicato quest’oggi, ma con esito evidentemente diverso rispetto all’andata, con la convalida di un gol regolare tanto lo era quello di un girone fa. Due punti che ormai non torneranno più; tre, quelli che la Roma ha portato via dalla Sardegna Arena, arrivati dopo uno svantaggio, come era successo solo con la SPAL ultima in classifica in tutto il campionato. Segno di voglia di non arrendersi a difficoltà oggettive, segno di una qualità che è e resta l’arma principale della Roma di questa stagione, qualità che mai come in questo momento porta il nome di Henrikh Mkhitaryan. L’armeno è al terzo assist vincente (e forse al secondo gol, in attesa di revisione ufficiale da parte della Lega Serie A) in una settimana e la sua ottima forma fa maledire i suoi problemi fisici della prima parte dell’anno, perché la differenza di caratura con tanti altri giocatori di questo campionato è evidente.

Con lui, un Ünder e un Kluivert incisivi al di là del fatto che uno abbia segnato e l’altro no, e un Kalinic con la barretta più spostata verso la voce “finalizzatore”, ma comunque presente anche come connettore del gioco offensivo. La domanda è dunque lecita: com’è possibile aver vinto “solo” 4-3, soffrendo fino alla fine (e oltre) del sesto minuto di recupero? Un errore di fase difensiva (quello sul gol di Pereiro) e uno individuale (il fallo di mano di un quantomeno scoordinato Smalling) sono troppi in qualsiasi partite, e se ci si aggiunge pure un gol della domenica - quello di Joao Pedro - che può sempre capitare, si trova il margine di miglioramento su cui lavorare già in vista di Roma-Sampdoria. Le ambizioni di quarto posto restano limitate ma non inesistenti, e all’orizzonte c’è un esame di maturità in Europa League che determinerà se la Roma potrà essere o meno una vera protagonista della manifestazione. Con il tanto che sta accadendo fuori dal campo, c’è molto anche dentro al terreno verde ancora da giocarsi.