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Cambio Campo - Adamoli: "De Rossi può aprire un ciclo al Genoa, è già nel cuore dei tifosi. Frendrup alla Roma diventerebbe il nuovo De Roon di Gasp"

Cambio Campo - Adamoli: "De Rossi può aprire un ciclo al Genoa, è già nel cuore dei tifosi. Frendrup alla Roma diventerebbe il nuovo De Roon di Gasp"Vocegiallorossa.it
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Oggi alle 07:00Primo piano
di Marco Campanella
fonte Redazione Vocegiallorossa - Marco Campanella

Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.

L’ospite di oggi è Gessi Adamoli, giornalista di Telenord.it, con il quale abbiamo parlato di Roma-Genoa.

Non si può non partire da Daniele De Rossi. Come giudichi, fino a questo momento, il suo operato sulla panchina del Genoa? E cosa ti aspetti da una serata così carica di emozioni per lui, considerando il ritorno all’Olimpico da avversario?
"Quando è arrivato De Rossi ho subito osservato – e l’ho anche scritto – che non sarebbe stato amore a prima vista, ma quasi immediato. A prima vista non poteva esserlo. De Rossi è sempre stato un giocatore di temperamento, ruvido, spigoloso, e spesso è entrato in conflitto, più o meno acceso, con le tifoserie avversarie. A Genova c’era anche un precedente, quando ebbe uno scontro con Lapadula proprio sotto la Gradinata Nord, e qualcuno, con memoria da elefante, non lo aveva dimenticato.
Però, per le sue caratteristiche umane, di carattere e temperamento, era evidente che prima o poi dovesse scattare la scintilla. Non è scattata subito, ma è scattata poco dopo. De Rossi è entrato rapidamente in empatia con una piazza calda e caratteriale come lui: una piazza che dà tanto e pretende tanto, proprio come lui pretende molto da sé stesso e dai suoi giocatori. È sicuramente l’uomo giusto nel posto giusto, ma resta da capire se sia anche l’uomo giusto nel momento giusto. Qui potrebbe davvero iniziare un ciclo, ma deve essere supportato da una squadra che almeno gli consenta di arrivare a una salvezza tranquilla. In questo momento, però, quella squadra non c’è".

Il Genoa occupa attualmente la 17ª posizione in classifica, a soli due punti dalla zona retrocessione. Come spieghi questo avvio di stagione al di sotto delle aspettative per il Grifone? E vedi il Genoa favorito nella corsa alla salvezza rispetto alle altre concorrenti?
"Mi stupisce fino a un certo punto il 17° posto: stupisce solo chi, per tutta l’estate, aveva suonato la fanfara magnificando l’abilità degli operatori di mercato del Genoa, sostenendo che spendendo zero e incassando oltre 50 milioni si fosse rinforzata la squadra. In realtà non è stato così. La rosa è meno forte di quella dell’anno scorso e salvarsi non sarà semplicissimo, anche se le potenzialità per lasciarsi almeno tre squadre alle spalle ci sono. Fondamentale, però, sarà il mercato di gennaio, perché questa squadra va sicuramente rinforzata". 

Roma e Genoa sono al centro di voci di mercato che parlano di un possibile scambio Frendrup–Pisilli. Che giudizio dai a questa operazione? Puoi dirci qualcosa in più sullo stato della trattativa?
"Frendrup è un giocatore-soldato. Uno di quei profili che piacciono sicuramente a Gasperini: qualunque cosa gli chiedi di fare, lui la fa. Se gli dici di correre 12 chilometri, li corre; se gliene chiedi 13, ne corre 13. È un giocatore che può adattarsi al calcio di Gasperini e che, senza dubbio, gli piace. Con molti condizionali potrebbe diventare quello che era De Roon per l’Atalanta: un elemento di grande equilibrio, che quando tutti vanno lui resta, tappa i buchi e sistema le situazioni. Ha però bisogno del lavoro di Gasperini, perché rispetto a De Roon ha meno tecnica e meno esperienza, soprattutto meno tecnica. Ma può essere quel tipo di giocatore che ferma il gioco degli avversari, anche a costo di qualche fallo tattico, corre e copre i buchi degli altri.
Non è un mistero che De Rossi straveda per Pisilli e, ovviamente, Pisilli straveda per l’allenatore che più di tutti gli ha dato spazio. Al Genoa manca un giocatore di quel tipo: un tutto-campista, soprattutto un centrocampista bravo a inserirsi in area di rigore avversaria. È una figura che manca dai tempi di Sturaro. Sarebbe l’ideale". 

Oltre a Pisilli, ai rossoblù viene accostato anche il nome di Stephan El Shaarawy. Quanto c’è di vero in questo interesse? E ti piacerebbe rivederlo a Genova?
"Il Genoa sogna di riportare a casa due grandi giocatori: Perin ed El Shaarawy. Insieme hanno vinto un campionato Primavera. È curioso pensare a quanti anni siano passati da quando quei due ragazzi determinavano i successi del Genoa. El Shaarawy, però, ebbe pochissimo spazio in rossoblù: Preziosi lo vendette quasi subito, appena intravide la possibilità di una plusvalenza importante con il Milan, valutazione intorno ai 20 milioni di euro. C’è un dato curioso: El Shaarawy con il Genoa ha collezionato quattro presenze in prima squadra, tutte lontano dal Ferraris. Non ha mai giocato una partita al Ferraris con la maglia del Genoa in prima squadra
È evidente che l’arrivo di El Shaarawy alzerebbe in maniera esponenziale il tasso tecnico della squadra, che oggi non è altissimo. Sarebbe un innesto importante sotto questo aspetto". 

Il Genoa ritroverà Gian Piero Gasperini. Che ricordo hai della sua esperienza sulla panchina rossoblù?
"Gasperini ha fatto le fortune del Genoa. Il paradosso è che ha riportato il calcio alla marcatura uomo su uomo, ma lo ha modernizzato. È stata una restaurazione in avanti, una rivoluzione partita dal passato. Il suo è un calcio che prevede sempre la volontà di giocare in avanti, vietando quei passaggi all’indietro che hanno reso il calcio italiano uno dei più noiosi, forse, al mondo.
Con Gasperini la gente va allo stadio e si diverte, spesso si diverte e vince, come è successo all’Atalanta. A Genova ha lasciato ricordi indelebili ed è entrato di diritto nel gotha degli allenatori del Genoa degli ultimi 60-70 anni, insieme a Franco Scoglio. Scoglio ha vinto meno di Gasperini, ma probabilmente aveva squadre meno competitive. La grande forza è stata entrare in empatia con la gente, portare entusiasmo, orgoglio e coinvolgimento. Tutte caratteristiche che al tifoso genoano piacciono. Paradossalmente ai vertici ci sono Gasperini, Scoglio e non Osvaldo Bagnoli, che è l’allenatore che ha ottenuto i risultati migliori con il Genoa, come il quarto posto e la semifinale di Coppa UEFA". 

Restando in casa giallorossa, che idea ti sei fatto della nuova Roma targata Gasperini? Pensi che il quarto posto sia un obiettivo realmente alla portata o vedi le dirette concorrenti più attrezzate?
"Credo che Gasperini possa fare le fortune della Roma, ma solo se gli viene data la possibilità di fare davvero Gasperini. È un grande teorico del calcio d’attacco. A Genova scherzavamo dicendo che qualunque centravanti gli dai, lui lo mette nelle condizioni di segnare. Ha rilanciato Muriel, ha consacrato Milito, ma ha fatto segnare davvero tutti.
Con lui segnano tutti, mentre gli attaccanti che oggi sono a disposizione della Roma, soprattutto nel ruolo di centravanti, forse lasciano a desiderare se rapportati alle ambizioni del club. Con una forza popolare così incredibile alle spalle, la Roma deve dare a Gasperini un terminale offensivo importante. Altrimenti il quarto posto resta solo un obiettivo a parole. Paradossalmente oggi Gasperini vince 1-0, segna poco e subisce poco: è l’opposto del vero Gasperini. Bisogna metterlo nelle condizioni di essere il vero Gasperini".