La Roma ha gli stessi punti della Juve dello scorso anno. Impensabile chiedere di più
Di positivo resta l’imbattibilità, ma la Roma di Garcia torna da San Siro con l’amaro in bocca. Il 2-2 con il Milan ha più il sapore dell’occasione persa che del pari guadagnato su un campo definito comunque difficile, alla vigilia, dal tecnico francese. Il quinto pareggio nelle ultime sei partite giocate e soprattutto i due punti lasciati per strada fanno scappare la Juventus a +5 lunghezze, con una gara ancora da affrontare prima della sosta di Natale e della grande sfida di Torino in programma la notte del 5 gennaio. A una Roma riscopertasi sorprendentemente fragile in difesa, con due gol presi tutti in una volta, fatto mai accaduto in questa stagione e in generale dal 30 marzo scorso, per vincere al Meazza non è bastato andare due volte in vantaggio contro probabilmente il peggior Milan degli ultimi anni, seppur con il coltello tra i denti per tutti i 90 minuti. Senza lo squalificato Pjanic, Garcia in partenza ha preferito schierare lo scalpitante Destro al posto del recuperato Totti, affiancandogli insieme Gervinho e Ljajic e lasciando in panchina anche Florenzi. Una scelta azzeccata, inizialmente, con Destro in gol per la seconda volta consecutiva, dopo la rete decisiva al suo ritorno contro la Fiorentina. Ma è proprio sull’1-0 che la squadra giallorossa ha mostrato lacune dal punto di vista della gestione del match, non riuscendo a sfruttare i tanti spazi lasciati dal Milan. Il pareggio rocambolesco di Zapata, ha punito una disattenta difesa che ha poi perso per infortunio Castan e complessivamente mostrato un atteggiamento poco cattivo di De Rossi e compagni. Un peccato ancor più grave nella ripresa, quando i giallorossi hanno saputo meritamente riportarsi in vantaggio con il rigore procurato da Gervinho e trasformato con freddezza da Strootman, al quarto centro in campionato. Ma anche sul 2-1 la scarsa concretezza offensiva ha impedito alla Roma di chiudere la gara e il nuovo pareggio di Muntari, complice la prima ingenuità di Dodò, è arrivato come una sentenza. Neanche l’ingresso di capitan Totti, la cui assenza è durata esattamente due mesi, ha cambiato le sorti di un match che, nel pirotecnico finale, poteva portare a qualsiasi risultato, anche a una clamorosa sconfitta.
Il ritorno in campo del numero dieci è in ogni caso un’ottima notizia per la Roma che, in questa fase della stagione, sembra aver perso il fluido magico della striscia record iniziale. Semmai a pesare in vista della gara casalinga con il Catania saranno le assenze per squalifica di Strootman e De Rossi, un prezzo da pagare visto l’alto numero di diffidati, compensato in qualche modo dal rientro di Pjanic. Domenica prossima sarà fondamentale vincere per rimanere a portata della Juventus e non doversi guardare troppo alle spalle per una classifica che vede avvicinarsi il Napoli, terzo a-3, e la Fiorentina, quarta a -8. Intendiamoci, nulla di preoccupante con l’Inter retrocessa quinta a -10 punti e un calendario che, Juventus stadium a parte, vedrà la Roma affrontare tre gare casalinghe nelle prossime quattro giornate, con i siciliani ultimi e con Genoa e Livorno consecutivamente a cavallo del giro di boa. Certo il ricordo dei due pareggi inattesi con Sassuolo e Cagliari è ancora vivo e questa Roma improvvisamente battibile (6 i gol presi nelle ultime sei partite dopo averne incassato solo uno nelle prime dieci) non può permettersi di adagiarsi sugli allori. Il campionato è ancora lungo e ugualmente la strada che porta all’Europa che conta. Quella Champions che, senza sognare troppo, è ormai un obiettivo alla portata della truppa di Garcia. In fondo attualmente questa Roma ha gli stessi punti della Juventus dello scorso anno. Impensabile chiedere di più.