La Mission Impossible di Petrachi

09.06.2020 07:30 di  Alessandro Carducci  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
La Mission Impossible di Petrachi

Nel passato il termine era perlopiù sconosciuto: “Plusvalenza, cosa vorrà dire?”, ci siamo chiesti tutti tanto tempo fa. Poi abbiamo capito il significato della parola, che è diventata parte integrante del vocabolario del tifoso. Del tifoso di qualsiasi squadra, non solo della Roma. Viene spacciata come la panacea di tutti i mali ed è così, in un certo senso. Consente ai club di poter aggiustare i bilanci e di poter allestire squadre competitive, spendendo più di quanto ci si possa permettere. È la strada scelta dalla Roma diversi anni fa per entrare nel calcio che conta. Le alternative erano due: vendere i migliori e fare una squadra da metà classifica ma con ingaggi sostenibili e senza dover fare plusvalenze oppure costruire una squadra forte con un monte ingaggi più grande delle finanze giallorosse. In quest’ultimo caso, il disavanzo che si viene a creare tra entrate e uscite deve essere coperto con il calciomercato. L’unica alternativa è quella di aumentare i ricavi. Non ci sono altre strade né è percorribile quella che vedrebbe il proprietario mettere più soldi, violando così il FFP della UEFA.

Quindi, nell’attesa che i ricavi aumentino, il ds di turno (prima Sabatini, poi Monchi e poi Petrachi) deve fare cassa a fine anno prima di poter comprare. Il sistema funziona solo se tutti gli ingranaggi girano perfettamente oliati, con la Roma ogni anno in Champions e pochi errori negli acquisti.
Petrachi ha ereditato da Monchi una Roma meno competitiva rispetto agli anni precedenti e con acquisti che non hanno reso quanto ci si potesse aspettare. Questo ha costretto l’ex ds del Torino a effettuare delle cessioni e ad affittare l’usato garantito (Smalling e Mkhitaryan). Operazioni buone nell’immediato ma dannose in ottica futura perché si tratta di giocatori non rivendibili e che non genereranno plusvalenze. Non sono questioni romantiche, lo capiamo bene, né particolarmente appassionanti, ma è così che funziona. Se anche Petrachi dovesse andare via e venisse mister X la musica non cambierebbe. La Roma dovrà continuare a generare plusvalenze per sostenere il proprio monte ingaggi: o si aumentano sensibilmente i ricavi o da qui non si scappa, che ci piaccia o meno (e non piace a nessuno). Il bilancio di quest’anno, vuoi per il COVID-19, vuoi per la mancata Champions, sarà molto difficile da far quadrare.
Churchill, nel famoso discorso alla Camera del Comuni nel 1940, disse: "Non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore". Petrachi non dirà probabilmente queste esatte parole ma il concetto sarà molto simile: sarà un mercato di sofferenza e il ds capitolino dovrà attingere da tutte le risorse a disposizione. Lo aspetta un lavoro durissimo: fare tante plusvalenze senza cedere Pellegrini e Zaniolo e cercando di rinforzare la squadra, sperando che nel frattempo Fonseca riesca ad agguantare il quarto posto. In bocca al lupo.