La Dy-Lu catalizza l'attenzione e Pellegrini può beneficiarne
«Pellegrini? Può fare tutto, se ne avessimo tre giocherebbero tutti e tre insieme, non ne lascerei neanche uno in panchina. Può adattarsi a ogni ruolo, è universale, con la Fiorentina in 10 ha giocato anche esterno, ha partecipato all’occasione di Abraham. È intelligente, capisce il gioco e l’idea dell’allenatore. Se ce ne fossero tre giocherebbero tutti e tre». Queste parole sono state pronunciate da José Mourinho nell’agosto 2021 alla vigilia di Roma-Trabzonspor. Uno Special One in un certo senso profetico perché quello è stato il miglior anno del numero 7 da quando è tornato a Roma, con ben 14 reti in tutte le competizioni più 8 assist.
Complici diversi guai fisici, Pellegrini non è riuscito a esprimersi al massimo delle sue potenzialità nella passata stagione e anche quest’anno l’inizio non è stato entusiasmante. Out per squalifica contro la Salernitana, Pellegrini ha giocato 90’ contro l’Hellas Verona, poi ha stretto i denti contro il Milan subentrando al posto di Aouar, nonostante il fastidio all’adduttore sinistro. È arrivata poi la pausa per le Nazionali e Pellegrini è dovuto tornare a Trigoria per un altro problema, questa volta un fastidio al flessore destro che lo ha tenuto fuori contro Empoli, Sheriff Tiraspol e Torino, nonostante in Piemonte abbia almeno riassaporato il sapore della panchina. Adesso Pellegrini ha smaltito tutti i suoi problemi e si candida a tornare dall’inizio contro il Genoa.
In queste settimane la sua assenza è passata quasi inosservata perché tutta l’attenzione si è focalizzata prima sull’arrivo di Lukaku e poi sulla coppia d’attacco che il belga ha formato con Dybala. Un tandem da sogno che va in contrapposizione a una classifica, almeno fin qui, da incubo. Per risalire la china non bastano solo loro due, c’è bisogno del supporto di ogni risorsa a disposizione di Mourinho, compreso il tanto vituperato Pellegrini. Sì, perché il numero 7 è stato spesso al centro di critiche, un po’ come se fosse la causa di tutte le difficoltà della Roma.
D’altronde, quando si indossa la fascia da capitano ci si aspetta sempre quel qualcosa in più, quel tocco, quella giocata che permetta di togliere le castagne dal fuoco. Pellegrini ha talento ed è indubbio, così come non si possa discutere del suo attaccamento e della sua voglia di aiutare la squadra. Su questo aspetto non si è mai tirato indietro, giocando sul dolore e cercando sempre di fare il meglio nonostante le difficoltà.
Ora che il peggio sembra essere alle spalle, può partire finalmente la sua stagione. E chissà che tutta questa attenzione per la coppia Dybala-Lukaku non possa, in un certo senso, agevolarlo: mentre tutte le attenzioni saranno rivolte sulla Dy-Lu, magari Pellegrini potrà salire in cattedra senza la solita pressione di dover sempre dimostrare qualcosa. Mourinho ne avrebbe voluti tre come lui in passato, ora ne basterebbe solo uno al 100% per far felici tutti.