Il colore dei soldi
Il nome di Miralem Pjanić è sicuramente quello più delicato pensando alle operazioni che la Roma potrebbe fare in uscita, sia per rientrare negli ormai famigerati patti transattivi con l’UEFA, sia per finanziare gli arrivi dei rinforzi richiesti da Spalletti per la prossima stagione. La situazione è chiara: il bosniaco ha un contratto fino al 30 giugno 2018, tra i più onerosi per le casse giallorosse (si parla di un ingaggio di 4 milioni netti), con una clausola di risoluzione da 38 milioni, da pagare tutta e subito qualora venisse attivata.
La sessione di calciomercato che coincide con i due anni dalla scadenza dell’accordo è quella in cui la società deve prendere una decisione da portare avanti fino in fondo: o si rinnova il contratto, a cifre ovviamente maggiori (Pjanić ha 26 anni ed è reduce dalla miglior stagione della sua carriera) oppure si sfrutta l’ultima possibilità di cedere il calciatore prima che il suo cartellino si svaluti. È una decisione tutt’altro che facile da prendere: vendere Pjanić, seppur a fronte di una forte somma di denaro, significherebbe privarsi di uno dei migliori calciatori della rosa e alterare meccanismo ormai ben consolidato, per quanto Sabatini ha spesso dimostrato di saper trovare degni sostituti dei partenti. Un adeguamento, dal canto suo, gonfierebbe ulteriormente un monte salari già molto (troppo) alto e dovrebbe essere seguito da altri rinnovi, come quello del contratto di Kostas Manōlas (scadenza 2019), mai ritoccato nonostante le importanti prestazioni offerte.
E il giocatore? Pensare che tutti siano pronti a rinunciare a qualcosa pur di vestire la maglia della Roma è utopico, e in questa fase di (eventuale) trattativa è d’obbligo restare il più freddi possibile, specie se si ambisce a spuntare condizioni contrattuali più vantaggiose di quelle attuali. Nulla lascia pensare che Pjanić a Roma si trovi male, così come nulla lascia intendere che cambi più di tanto se quelle condizioni più vantaggiose le otterrà entro o fuori dal GRA. Gli interessi più o meno approfonditi di Juventus, PSG, Barcellona, e Bayern Monaco sono noti e le banconote bianconere o blaugrana non hanno diverso valore da quelle giallorosse. Non c’è fedeltà, amore o quant’altro: conterà solo chi avrà la possibilità di metterne di più sul tavolo.