È stato bellissimo
Chi non era all'Olimpico non può e non potrà mai capire cosa sia accaduto. Potrà leggere la cronaca, guardare le immagini ma non potrà respirare quello che abbiamo respirato noi, fortunati, che abbiamo assistito al corso della storia. La storia si è fatta qui, allo stadio Olimpico, al termine di una partita divertente, combattuta e fondamentale per la Roma. La storia si è fatta però subito dopo il fischio finale: una storia fatta di tanti attimi sospesi, un lungo trattenere il respiro fino al rientro in campo di Francesco Totti, accolto dai suoi compagni, dello staff, dei dirigenti. Molti fischi a Pallotta con lo stesso Totti che ha preso la mano del presidente per far tacere i fischi. Non era il momento, non quello. Il saluto poi con Baldissoni, Gandini e con Monchi, l'ultimo arrivato con il quale il Capitano giallorosso (sì, è ancora Capitano) sembra aver instaurato un buon rapporto. D'altronde, è vero che è sbarcato da poco a Trigoria ma, paradossalmente, è forse l'unico che può veramente capirlo, avendo dedicato oltre 25 anni al suo Siviglia, la squadra per cui tifa e per cui sempre tiferà. Un uomo leale, che ha pianto quando ha salutato i suoi ormai ex tifosi. Forse questa potrà essere una buona base per costruire un rapporto solido. La condivisione di valori così forti, il fatto che solo lui possa capire cosa Totti stia passando e cosa passerà nelle prossime settimane.
Vedere oltre 60.000 persone in lacrime per l'addio di un calciatore è qualcosa di straordinario. Non si parla di schemi, di tattiche, di soldi, plusvalenze, percentuali, nulla di tutto ciò. Si parla di sentimenti, guardare dentro di sé e scoprire cosa si prova. Fare i conti con il proprio passato, presente e futuro perché per tutti gli under 35 Totti è sempre stato il passato, il presente e il futuro. Sapevamo tutti che il momento sarebbe arrivato, lo sapevamo da anni, lo abbiamo saputo con certezza nelle ultime settimane, negli ultimi giorni, eppure nessuno ci ha creduto veramente finché non ha visto Totti fare il giro di campo, in lacrime, parlare a cuore aperto ai tifosi, chiedere il loro aiuto, il loro sostegno. Piangere è stata la reazione più spontanea per tutti. In quei momenti si evitava lo sguardo del vicino. Era come se il tempo fosse sospeso, interminabile. Un lungo respiro, ad occhi chiusi, prima di consegnare questa giornata alla storia. La storia alla leggenda. La leggenda all'eternità.