È il momento di accettare qualche rischio

30.05.2024 14:55 di  Gabriele Chiocchio   vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
È il momento di accettare qualche rischio
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Da Tiago Pinto e José Mourinho a Florent Ghisolfi e Daniele De Rossi: un anno fa la Roma doveva ancora giocarsi una delle partite più importanti della sua storia, un anno dopo ha cambiato totalmente i suoi connotati almeno per quanto riguarda il suo manico. Il cambio dell’allenatore è stata una decisione che, evidentemente, non poteva essere più rimandata e dare le chiavi della Roma a De Rossi è stata una scelta, altrettanto evidentemente, dettata anche da quel continuo bisogno di approvazione da parte dell’ambiente giallorosso, che più di altri ha bisogno di idoli e totem, e che ne stava perdendo uno il quale, giocoforza, doveva essere sostituito da un altro per mantenere, più o meno, lo stesso livello di “tranquillità”.

La mancanza di risultati tangibili della stagione conclusa domenica scorsa ha però evidentemente ridotto questo livello e ora la gente romanista, tra scontenti e nostalgici, non sta facendo sconti neanche a De Rossi, che comunque ha demeriti molto relativi e amplificati, appunto, dalla mancanza di risultati. In situazioni simili, i Friedkin hanno quasi sempre agito cercando di ribaltare rapidamente la situazione con una mossa spettacolare, ma è proprio il susseguirsi di queste mosse spettacolari ad aver contribuito a impoverire patrimonialmente la rosa e ad aumentare anche oltremisura le aspettative, con nomi con un grande passato che non hanno contribuito come si desiderava a fare migliorare il presente.

Sbagliare - per quanto, negli errori, siano arrivati tre percorsi europei di grande livello - è umano, muoversi in questa piazza per chi viene dall’altra parte del mondo non è cosa facile e tutto ciò che è stato fatto fino adesso dai Friedkin, compreso mettere tutti i soldi che sono stati messi fino adesso, è segno di grande presenza della proprietà nella vita della società che ha acquistato ormai quasi quattro anni fa. Contingenze e reali bisogni della Roma, però, oggi suggeriscono una strada diversa, meno popolare ma con una visione più a lungo termine: prenderla, oltre a doversi assicurare di farlo con la massima competenza possibile (e qui tocca a Ghisolfi), significa accettare il rischio di prendersi qualche pernacchia e di dover “resistere” a momenti complicati dal punto di vista ambientale. È l’unico aspetto su cui i Friedkin non si sono messi in gioco fino adesso: farlo e farlo bene può però significare ottenere ricompense più alte di quelle avute fino adesso. High risk, high reward.