Con Sabatini riparte la giostra: concretezza la parola d'ordine
La sosta per le nazionali e una lunga e articolata “conferenza stampa in piedi” del direttore sportivo Walter Sabatini possono essere un mix letale per un ambiente sempre pronto a sognare nuovi arrivi e una squadra sempre più forte, nonostante una squadra già forte sia ancora all’inizio di una lunga bagarre per il titolo. È più vicino l’inizio della sessione di calciomercato di gennaio rispetto alla fine di quella estiva ed è inevitabile, dopo un periodo di pace, che si avvii quella climax di voci, indiscrezioni e notizie sempre più intensa, che si placherà dopo la spannung della chiusura delle porte dell’Ataexecutive per poi ricominciare ciclicamente, portando con sé sorprese inaspettate ma anche fantasie spesso irrealizzabili con conseguenti delusioni.
“La Roma non ha bisogno di tornare sul mercato” è sicuramente, e banalmente, una frase che si presta alle più disparate interpretazioni, nonostante la sua perentorietà. Si conosce bene il modus operandi di Sabatini, che spesso lavora a fari spenti per poi far uscire fuori il nome buono solamente a pochi giorni dalla concretizzazione dell’eventuale affare, e probabilmente è così che il DS agirà a gennaio qualora dovesse realmente concludere delle operazioni. Nell’ambito delle trattative che si svilupperanno in inverno ci sono però da considerare degli aspetti essenzialmente pratici e assolutamente non interpretabili che condizioneranno e molto quanto accadrà in sede di calciomercato. Si è passata un’estate intera a ragionare sull’ormai famigerata lista dei 25, temendo di restare con una squadra incompleta a causa delle nuove disposizioni, mentre adesso, passata la tempesta, si rischia invece di non considerare questo aspetto che è decisivo: limitandosi a parlare del campionato, la Roma ha solamente tre posti liberi per giocatori formati in Italia e ha un margine di manovra estremamente ridotto per quanto riguarda gli over 21 non formati in Italia, vale a dire la sola possibilità di escludere Bogdan Lobont per poterlo reinserire al posto di Wojciech Szczesny qualora il polacco risultasse indisponibile. Difficilmente un under 21 potrà cambiare più di tanto le sorti dei giallorossi e di conseguenza si riducono di molto le possibilità di scelta se non verranno operate cessioni (non a caso si è ricominciato a parlare di un possibile addio di Juan Manuel Iturbe). Inoltre, il bilancio pubblicato qualche settimana fa, abbinato al patto transattivo con l’UEFA che richiede un passivo biennale non superiore ai 30 milioni di euro, pur scremato da alcune spese non conteggiate per il fair-play finanziario, non può autorizzare spese pazze.
Come si è imparato negli anni di gestione americana, le vie di Sabatini sono (quasi) infinite, ma la parola d’ordine dovrà essere concretezza: con paletti così stringenti, c’è davvero poco spazio per le sorprese e sarà importante non rischiare di condizionare ciò che succederà in campo con ciò che si vorrebbe accadesse fuori. Specialmente se quanto accade all'interno del terreno di gioco continuerà a essere di questo livello.