Che noia!
Negli ultimi anni non è rarità, purtroppo, il fatto che la Roma veda allontanarsi in maniera definitiva i propri obiettivi anche fin troppo presto nel corso della stagione. Inciampi ripetuti in campionato, eliminazioni anche sportivamente violente dalle coppe, polemiche interne che dilaniano società e ambiente: tutte cose che siamo abituati a commentare, che differiscono tra loro, se non altro, per i protagonisti, e che arrivano a compimento dopo un (di solito poco) sali e (spesso tanto) scendi a livello sportivo.
In questa stagione, invece, sembra essere tutto uguale se non dal minuto 1, quasi. La banalità sarebbe scrivere che “Inter-Roma è lo specchio della stagione”, facendo riferimento ai soliti errori individuali, alla solita mancanza di incisività ad alti livelli dei singoli, alla solita mancanza di uno spartito riconoscibile, ai soliti arbitraggi al limite (e chissà, anche oltre) della provocazione. Ma tutto ciò può essere applicato integralmente ad almeno altre 5-6 gare e parzialmente a tutte le altre giocate in questa annata, segnata già a febbraio almeno per quanto riguarda i traguardi da raggiungere all’interno dei confini nazionali.
E se l’eterno ritorno romanista, da annuale che era, è diventato settimanale, la noia che ne consegue sta raggiungendo livelli addirittura impensabili. La partita di questa sera contro l’Inter poteva essere un diversivo, una gara secca che poteva regalare un brivido inatteso e inaspettato, una prospettiva nuova almeno per un altro mese. È finito tutto, anzi, è iniziato tutto dalla fine al minuto 2, col gol che ha spostato l’ago della bilancia dal lato nerazzurro e ha solamente anticipato tutto quello che è accaduto dopo, di cui ormai basta fare un elenco asettico per rendere l’idea: una sola vera occasione sprecata, un cartellino inventato a Zaniolo, due cartellini risparmiati a Brozovic, un mancato intervento del VAR prima del gol del 2-0.
L’unica novità, se così vogliamo chiamarla, è stata l’ammonizione a Mourinho “per aver gesticolato” (almeno secondo la ricostruzione dell’inviato di Mediaset a bordocampo): una leggera variazione allo spartito che ha dato modo al tecnico di regalare una delle sue perle del postpartita, quando però la voglia di spegnere la TV si è già ampiamente accumulata. Specie se poi bisogna sentire che “dopo i primi 5 minuti la Roma ha giocato molto bene”: non ha neanche più senso chiedersi se certe dichiarazioni siano frutto di strategia o se corrispondono al reale pensiero dell’allenatore. È tutto travolto dalla ripetitività e dalla noia: mai come stavolta l’auspicio è che qualcosa cambi. Anche poco, ma in fretta.