Calo fisico o mentale?
La Roma fallisce l’esame di abilitazione per ottenere il patentino da “candidata ufficiale per lo scudetto”. Come accaduto contro il Napoli, sul più bello la squadra giallorossa si è sciolta come neve al sole. Eppure il primo tempo aveva dato buoni segnali, con i capitolini che erano rimasti corti e compatti, senza concedere occasioni all’Atalanta. Nella ripresa, Gasperini ha buttato Ilicic nella mischia ma questo non può spiegare il calo mostruoso della Roma. I capitolini si sono schiacciati fin da subito nella propria metà campo, smettendo di aggredire e lasciando il pallino in mano all’Atalanta. La squadra capitlina si è consegnata ai padroni di casa.
Nulla di grave, per carità, ma sarebbe interessante capire perché la Roma fatichi così tanto negli scontri diretti, che sta rappresentando un ostacolo per il definitivo salto di qualità.
Che sia una questione fisica o mentale, tocca a Fonseca trovare la ricetta per andare oltre i limiti che questa Roma si sta autoimponendo. Il tecnico portoghese è stato duro a fine partita ma ha fotografato bene la situazione: sarebbe stato preoccupante se la Roma avesse giocato tutta la partita come fatto nella ripresa. Invece, il primo tempo è stato praticamente perfetto, giocato con qualità ma soprattutto con intelligenza. Nella ripresa, il buio totale, e Fonseca ha sulla coscienza probabilmente il ritardo con cui sono stati effettuati i cambi, quando ormai la situazione era compromessa. L’obiettivo quarto è sempre lì, ampiamente alla portata della Roma. Per puntare più in alto, bisogna ancora crescere parecchio.