Un Chi...occhio al Regolamento - Milan-Roma 2-1

25.03.2012 11:00 di  Gabriele Chiocchio   vedi letture
Un Chi...occhio al Regolamento - Milan-Roma 2-1
Vocegiallorossa.it

Si è fatta sicuramente notare nel corso della gara del Meazza la quaterna arbitrale guidata dal signor Paolo Silvio Mazzoleni, con qualche decisione che farà sicuramente discutere. In ogni caso, il nostro scopo non è quello di proporre una pura e semplice "moviola", ma di spiegare in base a quali punti del Regolamento l'arbitro prende determinate decisioni.

Al 35' Djamel Mesbah gioca un pallone in direzione di Zlatan Ibrahimovic, in posizione di fuorigioco. La sfera però giunge ad Aleandro Rosi, che viene attaccato dallo svedese. L'assistente attende quel momento per segnalare il fuorigioco dell'attaccante del Milan. La Regola 11 dice questo:

Un calciatore in posizione di fuorigioco deve essere punito solo se, a giudizio dell'arbitro, nel momento in cui un suo compagno gioca il pallone o è da questo
toccato, egli prende parte attiva al gioco:
 intervenendo nel gioco;
oppure
 influenzando un avversario;
oppure
 traendo vantaggio da tale posizione.

(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Regola 11 "Il Fuorigioco").

La posizione di fuorigioco di Ibrahimovic non è di per sé un'infrazione, ma lo diventa nel momento in cui lo svedese va ad attaccare Rosi in possesso di palla, giacché influenza l'atteggiamento del giocatore della Roma, chiaramente "spaventato" dall'azione del suo avversario.

L'episodio che cambia la partita è sicuramente il calcio di rigore fischiato da Mazzoleni per un fallo di mano di Daniele De Rossi in area di rigore, avvenuto al 52'. Il numero 16 giallorosso, proteso in scivolata, "stoppa" col braccio un tiro di Massimo Ambrosini indirizzato verso la porta. Ci rivolgiamo alle interpretazioni della Regola 12:

Il fallo di mano implica un contatto volontario tra il pallone e la mano o il braccio di un calciatore. Per stabilire la volontarietà, l'arbitro deve prendere in considerazione i seguenti criteri:
 il movimento della mano in direzione del pallone (non del pallone in direzione della mano);
 la distanza tra l'avversario e il pallone (pallone inaspettato);
 la posizione della mano, che non implica necessariamente che ci sia un'infrazione;
 il toccare il pallone con un oggetto tenuto nella mano (come indumenti, parastinchi ecc.) è considerato come un'infrazione alla stregua di un fallo di mano;
 il colpire il pallone lanciando un oggetto (scarpa, parastinchi ecc.) è da considerarsi un'infrazione alla stregua di un fallo di mano.

(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Interpretazioni delle Regole del gioco e linee guida per arbitri alla Regola 12 "Falli e Scorrettezze")

L'elemento fondamentale nella decisione dell'arbitro è quello della volontarietà. Il Regolamento indica i criteri per stabilirne la presenza o meno, ma la decisione è a totale discrezione dell'arbitro, che in questo caso si è probabilmente basato sul terzo criterio.

Al 68', avviene un episodio apparentemente paradossale: Ibrahimovic prova a giocare un pallone basso di testa e viene colpito dal piede di De Rossi, ma Mazzoleni fischia un calcio di punizione indiretto a favore della Roma. Il provvedimento tecnico è figlio della cosiddetta infrazione di "gioco pericoloso":

Per "gioco pericoloso" si intende una qualsiasi azione di un calciatore che, nel tentativo di giocare il pallone, mette in pericolo l'incolumità di qualcuno (incluso se stesso). Il gioco pericoloso viene commesso quando c'è un nelle vicinanze un avversario, al quale si impedisce di giocare il pallone per timore di infortunarsi.

(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Regola 12 "Falli e Scorrettezze").

Il paradosso è presto smentito da ciò che è scritto in parentesi: anche mettere a repentaglio la propria incolumità costituisce infrazione di "gioco pericoloso", chiamata volgarmente "gioco pericoloso passivo". Il contatto avviene, ma è il giocatore del Milan a commettere la prima infrazione. La situazione avvenuta in gara è oltretutto codificata nella Guida Pratica:

Quali sono gli atti che determinano il gioco pericoloso e come dovranno essere puniti?
Il gioco pericoloso è determinato da tutti quegli atti che, compiuti senza Intenzionalità e con poca accortezza possono, a giudizio dell'arbitro, risultarepericolosi per chi li compie o per gli avversari. A titolo esemplificativo  citarsi i seguenti casi: calciare o tentare di giocare il pallone con la gamba tesa e sollevata dal terreno in contrasto con l'avversario; effettuare una "sforbiciata" pericolosa per un avversario, abbassare la testa all'altezza del piede di un avversario che sta calciando il pallone. Il gioco pericoloso, di norma, è punito soltanto con un calcio di punizione indiretto. Non si rende responsabile di gioco pericoloso il portiere che, per impossessarsi o per respingere il pallone, si lancia fra i piedi di un avversario.

(da "Il Regolamento del Giuoco del Calcio", ed. 2011, Guida Pratica AIA alla Regola 12 "Falli e Scorrettezze").

Per farla molto breve, "ha ragione" su un pallone basso chi lo gioca con i piedi, mentre "ha ragione" su un pallone alto chi lo gioca con la testa, e chi lo gioca con i piedi commette la classica infrazione di gioco pericoloso denominata da tutti "gamba tesa".