Razzismo sugli spalti e nervosismo in campo, a San Siro due espulsi e nessun gol

Razzismo sugli spalti e nervosismo in campo, a San Siro due espulsi e nessun golVocegiallorossa.it
© foto di LINGRIA/PHOTOVIEWS
lunedì 13 maggio 2013, 06:00Approfondimenti
di Adriano Mazzone

Il posticipo della penultima giornata di Serie A avrebbe dovuto rappresentare forse l'unica vera incognita della giornata, data la voglia del Milan di non dover lottare fino all'ultima giornata per la Champions con la Fiorentina, e quella della Roma di avvicinarsi alla zona Europa League, senza doversi aggrappare solo alla finale di Coppa Italia per addolcire una stagione molto amara.
Il risultato di 0-0 finale è lo specchio di una partita noiosa, a tratti soporifera, e le uniche emozioni che ha regalato non hanno avuto nulla a che vedere con il calcio giocato. Tanto nervosismo sul terreno di gioco e solita condotta deplorevole tipica degli stadi italiani nei confronti di Balotelli, che ha portato l'arbitro anche a sospendere la gara per un paio di minuti.

PRIMO TEMPO – L'inizio del match sembra interessante, con Marquinho che, dopo tre minuti di gioco, impensierisce Abbiati con un gran tiro da posizione angolata e distante dalla porta, con il portiere costretto a rifugiarsi in calcio d'angolo. Il ritmo però cala subito, e il Milan entra in possesso costante del pallone, senza però trovare mai una conclusione alle azioni e facendosi trovare spesso scoperto sulle ripartenze romaniste. Al quarto d'ora un clamoroso errore di Constant in difesa regala il pallone a Totti, che entra in area e sfodera un tiro sul primo palo che esce di poco. Il copione resta però lo stesso. Il Milan tiene palla e la Roma riparte rendendosi sempre più pericolosa rispetto agli avversari. Marquinho è il più pericoloso tra gli uomini di Andreazzoli e, ben imbeccato da Lamela, trova il corridoio giusto per inserirsi e tentare la scivolata per battere Abbiati che però legge bene l'azione e sventa il pericolo. Sul cambio di fronte, Muntari ci prova con un buon tiro da fuori che finisce di poco alto. Intanto sugli spalti di San Siro si iniziano a sentire ululati razzisti nei confronti di Balotelli che zittisce chi lo prendeva di mira con un gesto eloquente. Uno degli episodi chiave della partita lo vede ancora protagonista per un fallo commesso su Marquinho, al minuto 39', viene ammonito dall'arbitro Rocchi. Muntari sembra non essere d'accordo con il direttore di gara e dà il via alle proteste assolutamente esagerate, che lo portano addirittura a bloccare le braccia dell'arbitro che gli mostra il rosso e lo manda negli spogliatoi, lasciando il Milan in dieci per tutta la ripresa.

SECONDO TEMPO – Si riprende a giocare dopo l'intervallo e bastano due minuti per convincere l'arbitro ad interrompere momentaneamente la partita. Dagli spalti continuano i bu razzisti verso Balotelli, quindi Rocchi ascolta il parere dei due capitani per decidere se continuare o meno. Lo speaker lancia un altro avvertimento alle tifoserie e la gara ricomincia. La Roma parte bene e sembra avere l'intenzione di accelerare e sfruttare la superiorità numerica ma, inspiegabilmente, dopo un quarto d'ora il ritmo della partita rallenta inesorabilmente e viene spezzettata dai tanti falli commessi da una e dall'altra parte. Andreazzoli inserisce Pjanic e Florenzi al posto di Perrotta e Marquinho, nonostante il brasiliano fosse stato il migliore in campo fino a quel momento, essendo andato vicino alla rete anche pochi minuti prima del cambio su assist di Totti. Il Milan risponde prelevando El Sharaawy e Boateng per inserire Robinho e Nocerino, ma le cose non cambiano. Pochi minuti dopo si consumano anche gli ultimi cambi. La Roma inserisce Destro al posto di Osvaldo e il Milan mette Pazzini per Flamini, ma la gara continua sulla stessa linea piatta. Nel giro di tre minuti Totti si rende protagonista in negativo della serata rifilando una gomitata al volto dell'ex compagno di squadra Mexes. L'arbitro vede e prende i provvedimenti: rosso al Capitano giallorosso e ristabilita la parità numerica. Nei sei minuti di recupero non succede nient'altro se non un'occasione per Mexes, sugli sviluppi di un angolo, ma la partita finisce così. Un pareggio a reti bianche che non rende felice nessuno e costringe l'ambiente del calcio a ricordarlo solo per l'ennesima manifestazione di razzismo che dimostra ancora una volta quanto il nostro calcio sia rimasto indietro e non proceda di pari passo con quello delle altre realtà europee.