Quattro cose che abbiamo imparato della Roma di Mourinho in queste prime amichevoli
Chiusa la prima parte di preseason della Roma, si può tracciare già un primo bilancio, dal punto di vista tattico, su come Mourinho abbia impostato la propria squadra. Fu lo stesso tecnico giallorosso, durante la conferenza stampa di presentazione a dire come le posizioni in campo dei rispettivi calciatori siano una sorta di punto d'incontro tra l'idea del tecnico e le sensazioni degli stessi giocatori nell'interpretare quel ruolo. Andiamo a vedere ora quali sono le principali novità tattiche di questi primi giorni di Roma di Mourinho:
FALSO TERZINO SINISTRO - La rottura del tendine d'Achille dello Spinazzola nazionale ha inciso fin da subito sia dal punto di vista tecnico, perché sono pochi i terzini del suo livello, sia dal punto di vista tattico, soprattutto in attesa di Vina e vista l'assenza di Calafiori per infortunio. La soluzione è stata quella di schierare il capitano della Primavera Tripi. Inizialmente, in quanto lui è un mediano all'occorrenza difensore centrale, è stata una scelta che ha fatto storcere il naso. Avendo avuto la possibilità di vedere poi dal vivo la manovra, si capisce a pieno l'idea del tecnico: il terzino sinistro che in fase offensiva diventa il terzo difensore centrale. Situazione tattica che si sposa bene anche con Vina, visto che il terzino sinistro ha giocato proprio così, in Uruguay-Cile dello scorso 21 giugno.
DAL 4-4-2... - Spiegata la situazione del singolo, possiamo andare a cosa porta nel collettivo. Perché il 4-2-3-1, come viene presentata la squadra sulla distinta è più una convenzione che il vero atteggiamento in campo della Roma. C'è una squadra che difende e una squadra che attacca. Non come succede per l'NFL dove effettivamente è così, ma se parliamo di modulo è assolutamente così. In difesa la Roma si chiera 4-4-2 con il trequartista centrale del 4-2-3-1 (nel caso della gara contro il Debrecen era Pellegrini) è il primo portatore del pressing, il che lo fa avanzare sulla linea della punta e gli esterni d'attacco si abbassano sulla linea dei centrocampisti.
...AL 3-2-4-1 - Quando la Roma attacca ecco la vera e più interessante trasformazione tattica. Come detto il fatto che il terzino sinistro diventi il terzo difensore centrale, permette al terzino destro di andare a fare l'ala. Quindi, con i due centrocampisti centrali, di cui uno resta e l'altro spesso riesce a trovare lo spazio per calciare dal limite, si forma una linea a 4 dietro la prima punta. Per rendere più chiara la cosa mettiamo i nomi: Reynolds, Perez, Pellegrini, Zalewski. Una linea che va da fascia laterale destra, fino a quella sinistra, a occupare in ampiezza tutto il campo. Dal campo risulta evidente questa trazione offensiva perché tutta la squadra resta stabilmente nella metà campo della squadra avversaria, eccetto il portiere.
IL VECCHIO LANCIO LUNGO - Niente più costruzione dal basso ricercata ed esasperata che ha portato spesso la Roma a subire gol nelle passate stagioni. Villar che era il mediano, con Fonseca venica a prendere il pallone al limite della propria area di rigore. Adesso, se il pallone passa per il centrocampista centrale, il pallone lo ricevono nella propria trequarti. Sì, perché Mourinho vuole che le azioni siano molto veloci e chiede il lancio lungo per lo scatto in profondità degli attaccanti. Un qualcosa su cui ha fatto lezione a Mancini nella gara contro la Triestina (era in panchina per gastroenterite), un qualcosa di cui abbiamo visto i frutti contro il Debrecen con 3 gol dei 5 segnati dalla Roma, grazie a questa nuova impostazione.