Mal di trasferta e il gol diventa tabù
Della Roma che esce limitando i danni, seconda in classifica nel Girone E di Champions Leauge, dall’Allianz Arena emergono due dati negativi: i risultati in trasferta e la difficoltà a trovare il gol. Nelle ultime quattro trasferte infatti gli uomini di Garcia hanno ottenuto un misero pareggio, 0-0 contro la Sampdoria e tre sconfitte.La squadra viene anche da tre gare consecutive lontano dall’Olimpico in cui non è riuscita a segnare. Analizzando nel dettaglio le trasferte, il livello degli avversari: Juventus, Sampdoria, Napoli e Bayern Monaco, può giustificare i risultati negativi. Il dato più preoccupante è quello della scarsa prolificità sotto rete. La Roma era fino a poco tempo fa la cooperativa del gol, in virtù dell’assenza del top player in attacco, ci sarebbe Destro che per media gol/minuti giocati lo è, ma non stiamo parlando di un Higuain, un Benzema e così via.
Quindi la squadra ha sempre puntato sul gioco offensivo, sull’imprevedibilità di Gervinho e l’estro del capitano Totti. “Sul piano offensivo abbiamo fatto sempre bene ed è più facile sistemare le cose in difesa che in fase offensiva”. Queste le parole di Garcia dette alla prima uscita stagionale all’Olimpico contro il Fenerbahçe. Ora l’involuzione nelle giocate collettive offensive è forse la maggior preoccupazione che affligge il tecnico francese che dichiarazioni a parte è passato da un’eccessiva sicurezza e serenità a un’inquietudine che prova a mascherare, ma che è cominciata a palesarsi quando nel primo tempo di Roma-Bayern Monaco ha lasciato per molti tratti il suo assistente Fichaux a impartire le direttive. Se dovessimo pensare a una ricetta per, usando una metafora calcistica, far ristabilire il prima possibile un giocatore claudicante, certamente prescriveremmo il ritorno al gol che, per le caratteristiche della Roma di Garcia, significherebbe ritrovare il bel gioco e gli schemi offensivi.